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lunedì 27 dicembre 2010

And Soon The Darkness, di Marcos Efron (2010)


Due giovani ragazze americane (Stephanie e Ellie) partono per  un viaggio in bicicletta lungo le strade di una remota parte dell'Argentina. Qui è scomparsa Camila, un’altra ragazza del luogo, rapida da non sappiamo chi. Quando anche Ellie scompare senza lasciare traccia, la superstite Stephanie si metterà alla sua disperata ricerca, incontrando sulla sua strada poliziotti poco rassicuranti e locali argentini per nulla ospitali.

Quando una squadra di ben tre sceneggiatori si mettono in pista per elaborare uno script, uno si aspetterebbe quantomeno una storia complessa, densa di svolte e colpi di scena, magari implausibili, magari confezionate in modo solamente esibizionistico e aventi il solo obiettivo di intrattenere l’occhio di chi guarda. Invece, purtroppo, non succede affatto così, e non succede per niente neppure in questo noioso “And Soon The Darkness”, che vorrei re-intitolare piuttosto, e per l’occasione: “And Soon the Sleep”. E’ probabile che Clemens,  Derwingson e Nation, i tre sceneggiatori, si siano fatti ispirare nel corso della scrittura dal noto romanzo “Desperation” (1996) di King,  pensando di riformularne in chiave più moderna l’idea di base. Tale ispirazione si ferma ad un puro atto parassitario verso un romanzo il cui livello non è neppure lontanamente paragonabile a questa floscia pellicola.  Rimane comunque il fatto incontrovertibile che il film di Marcos Efron (al suo primo lungometraggio) fa semplicemente venir sonno, almeno fino all’80esimo minuto di partita, e considerato che la “partita” dura 91 minuti…non so se mi spiego…. Efron prova a mantenere aperti gli occhi dello spettatore solo nei primi venti minuti, allorché ci piazza davanti i corpi ubertosi e silvani delle due belle, giovani e sode protagoniste, Amber Heard e Odette Yustam, davvero notevoli in costume, mentre prendono il sole accanto ad una remota cascata (vedasi il trailer più sotto, molto indicativo). Poi basta. Cala il sipario su tutto, e arrivano davvero le tenebre (Darkness) su tutto il resto del film, cioè tutto finisce nelle braccia di Morfeo, e noi con tutto il resto, naturalmente. La carenza totale di un qualche tipo di rimando immaginario filmico di minimo spessore, di tensione, di idee, vorrebbe essere sostituita dalle meravigliose locations naturalistiche che davvero belle sono, ma che potremmo anche visionare in un qualsiasi documentario della National Geographic Society. Bei tramonti fotografati e patinati, laghi desertici circondati da alberi secchi da cartolina di viaggio di nozze,  valli piene di sole, dove le due ragazze americane trascorrono tranquille le loro vacanze in bicicletta, alla ricerca di un aitante e virile argentino da portarsi a letto, perché, si sa, gli ormoni hanno ragioni che la ragione non conosce. E l’Argentina dei Videla? Dei Desaparecidos? Della feroce dittatura degli anni ’70? Che fine fa tutto ciò? Non si vede proprio, e quand’anche avessimo ipotizzato, nei primi cinque minuti di pellicola, che Efron desiderasse ambientare il suo film proprio in Argentina, anche per voler produrre un qualche embrione di riflessione storico sociale su quel paese, tale ipotesi si volatilizza molto rapidamente.  Inutile dire che lo spessore psicologico e le caratterizzazioni dei personaggi sono elementi sottili come carta velina che vola via e si perde in un giorno di pioggia. Si tratta di un film iper-patinato, vellutato come la pelle di pesca delle due giovani protagoniste, che il regista esibisce come in un banale videoclip pubblicitario, ma il cui valore estetico non va oltre tale velleità micro-estetica. Non è neanche un “film horror”. E’ la pubblicità di un’agenzia turistica che sponsorizza vacanze trekking sul Chaco, o sul fiume Bermejo. Non parlerò nemmeno dell’andamento narrativo del prefinale e del finale, che dire scontatissimi e banalissimi è come usare altrettanto scontati eufemismi. Speriamo soltanto che le “tenebre” si posino su questo stesso film, il cui titolo sembra essere la sua pietra tombale, facendolo al più presto  scivolare nell’oblio. Regia: Marcos Efron Sceneggiatura: Brian Clemens, Jennifer Derwingson , Terry Nation
Fotografia: Gabriel Beristain Montaggio: Todd E. Miller Cast: Odette Yustman, Amber Heard, Karl Urban, Adriana Barraza, Gia Mantegna, Michel Noher, Javier Luna, César Vianco, Daniel Figuereido, Hugo Miranda, Luis Sabatini Nazione: Argentina, USA, Francia Produzione: Abandon Pictures, Anchor Bay Entertainment, RedRum Films. Durata: 91 min. Anno: 2010

2 commenti:

  1. Fine anno, ottimo.
    Nuovo anno, superlativo.

    E' il mio augurio...

    Ps: " In omaggio l' allegro chirurgo a forma Gasparri ".

    Cristian...

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  2. Ah ah ah ah ah ah ah ah, Cristian, mi hai regalato la più bella risata da non so quanto tempo a questa parte, con "l' allegro chirurgo a forma Gasparri". E con lei l'auspicio di bell'inizio Anno Nuovo. Grazie :)

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