Anno: 2009 Editore: Piemme Milano, 2010 Traduzione: Giorgio Puleo Pagine: 496 ISBN: 978-88-566-1117-5 Euro: 6,99.
Cercare di capire il successo mondiale di un autore di libri gialli, implica necessariamente aver letto gran parte dei suoi libri, o comunque le opere che hanno venduto di più. Di solito sono scettico rispetto ai soliti battages pubblicitari con le etichette rimovibili sulle copertine, con su scritto 'un milione di copie vendute', e mi fido ovviamente di più del mio libraio di fiducia pavese, il quale mi ha consigliato vivissimamente Jo NesbØ, aldilà della pubblicità noiosa che gli ruota attorno. Comincio perciò dal primo romanzo tradotto in italiano da Giorgio Puleo (non è il primo della serie, ve ne sono altri precedenti che attendono ancora traduzione), che introduce il personaggio del detective Harry Hole della sezione omicidi della polizia di Oslo. Posso dire di conoscere piuttosto bene la letteratura gialla scandinava (Mankell, Indridasson, Nasser, Holt e altri), e devo dire che questo "Il pettirosso", è stato una lieta sorpresa, soprattutto perchè ha uno stile tutto particolare e tutto suo, che si distingue da tutti gli altri autori sopracitati. Aldilà dell'intreccio e della costruzione dei personaggi, è la scrittura che salta all'occhio per un suo interno dinamismo, per una sua velocità e musicalità che ti cattura subito non facendoti pesare mai le lunghissime 496 pagine cui ti costringe. Velocità e musicalità narrative che rapidamente passano dai toni lirici ai bassi crudi e roventi di un hard boiled. Proprio come il paesaggio norvegese, che trasforma paesaggi montani con alte vette a picco sul mare, in fiordi di acqua calma e piatta. La scrittura di NesbØ sembra appunto un sobbalzante viaggio all'interno del territorio norvegese, con una modalità narrativa che coinvolge anche la temporalità, facendoci slittare dal presente al passato della seconda guerra mondiale, sul fronte russo-norvegese, con tanto di descrizioni di trincee, baionette e furori hitleriani. L'ambiente guerresco degli anni '40 trasmigra velocemente nella Oslo di oggi, nella quale Harry Hole è a sua volta in guerra contro un ambiente neonazista che gli uccide la sua migliore amica e collega, Ellen Gajten. Uccisione perpetrata con modalità trucida e quasi da arancia meccanica, e tale da generare uno stilema narrativo che ulteriormente differenzia il testo di NesbØ da altri romanzi gialli scandinavi, che possiamo definire più "classici", più "romantici" nel loro impianto complessivo. "Il pettirosso" è un giallo invece molto moderno, molto mosso, molto metropolitano. Il personaggio di Harry Hole l'ho trovato, qui, forse poco definito e caratterizzato rispetto ad altri più "cattivi", come quello di Tom Waler, vera canaglia nazista infiltrata nelle alte sfere della polizia. Probabilmente nei romanzi precedenti NesbØ aveva dedicato più cura nell'introdurlo ai lettori, e in questo romanzo vuole invece dedicarsi di più alla storia. In ogni caso Harry non è il solito poliziotto traumatizzato da qualcosa che è successa nel passato. E' un'omone alto un metro e novantacinque con il vizio del bere, al quale cerca di fare faticosamente fronte. Ma è innanzitutto un ottimo poliziotto con un gran fiuto, e che ama le donne, soprattutto la sua Rakel. Romanzo molto interessante nella sua architettura molto variegata e a tratti dissonante e spigolosa, come un edificio di Alvar Aalto, che muove e rigenera le acque già molto pescose del genere giallo scandinavo. Molto consigliato.