Dopo essere diventato fotografo professionista, Jared decide di voler rivedere suo figlio che non ha mai conosciuto, perchè il padre ha deciso di andarsene di casa proprio quando il figlio Jamie, che adesso ha 8 anni, è nato. Durante i loro primi incontri, è evidente che gli anni della separazione rendono la loro relazione molto difficile e distante. Ma quando Jamie comincia a prendere in simpatia la macchina fotografica di suo padre, un legame nuovo e affettivamente creativo ha inizio. "Take Me Somewhere Nice" è la storia di un padre, di un figlio e di come l'amore sia un sentimento molto fragile da tenere in vita, all'interno di un mondo complesso e caotico.
"Take me somewhere nice" è un corto di genere drammatico. Pearry Teo ci accompagna qui a perlustrare nuovi sentieri del suo visioning cinematografico, sentieri del tutto diversi dai due precedenti esperimenti horror, ma sui quali domina ancora una volta il tema della perdita dell'oggetto amato. Nel caso di questo corto, si tratta della "perdita della relazione", del legame tra padre e figlio. "Take me somewhere nice" è un film sulla precarietà assoluta e irreversibile della condizione umana, sul suo dipendere da un destino imprevedibile, e appunto per questo drammatico. Potremmo dire che, se nei corti precedenti, il villain era un personaggio specifico (il Demone che si impossessa di Julian, in "Liberata me", e il Guardiano del Purgatorio, in "Children of the Arcana"), in questo corto di Teo del 2004, il villain è il Destino stesso, che fa reincontrare dopo otto anni un padre e un figlio, un giovane uomo che di professione fa il fotografo, e un bambino di appunto otto anni, per poi, causa una terribile disgrazia, farli separare di nuovo, e questa volta, definitivamente. "Take me somewhere nice" è un film che non lascia scampo relativamente ad una visione pessimistica del tema dell'irraggiungibilità dell'oggetto d'amore. E' un film heideggeriano, poichè sembra volerci dire che il nostro esser-ci nella Vita è un esser-ci per la Morte. Teo è in grado di filmare tutta questa densità di interazione relazionale, di riflessione filosofica e di pathos drammatico, con mano leggera, senza cioè avere la fretta di definire confini, concetti, categorie. A tratti questo film possiede invece addirittura la leggerezza di un "Il favoloso mondo di Amelie", di Jean-Pierre Jeunet, del 2001, anche negli accesi colori pastello della fotografia (egregia) di David E. Valdez. E' appunto questo muoversi leggero su tematiche pesanti come il dramma familiare della rottura di legami di sangue e d'affetto, il vero, grande pregio di questo film, pregio maggiorato dal fatto di essere un corto costruito su una sceneggiatura pulitissima e senza l'uso dei dialoghi. Se a tutto questo aggiungiamo inoltre una capacità, da parte di Teo, di esprimere la sua poetica sperimentando generi differenti, nonchè il coraggio di affrontare il tema del dolore senza infingimenti o ipocrisie holliwoodiane, allora "Take me somewhere nice" diviene davvero un piccolo gioiello da segnalare assolutamente a chi possiede un occhio attento alle evoluzioni creative della mente di un artista, in particolare di un regista. "Take me somewhere nice" : corto di notevole valore artistico, filosofico, conoscitivo. Regia: Pearry R. Teo Sceneggiatura: Pearry R. Teo Fotografia: David E. Valdez Effetti Speciali e Make Up: Michael Peterson Sound Designer: Lisa Fowle Cast: Cole Braxton, Clint James, Shanna Brock, Frances Feld, Brian Mulligan, Jennifer Barry.Julia Altamirano. Nazione: USA Produzione: Ascension Pictures. Anno: 2004 Durata: 17 min.
Tremendo.
RispondiElimina"Cuori rubati e di nuovo sottratti".
Citazione non mia, farina che proviene dalle sinapsi di un altro blogger.
Cancella pure ogni mio commento, cercherò di arrivare.
Ciao, Angelo.
Cris...
@ Cristian: per adesso, se permetti, non cancellerò i tuoi commenti. Poi mi devi spiegare ancora cosa significa questa "cancellazione", poichè, ti confesso, non l'ho capita. Perdonami l'ignoranza :)
RispondiEliminaLo domandai cosicchè eventuali amici non leggessero gli affari miei, quando aperto il blog.
RispondiEliminaTuttavia, ora che lo chiedi, se la scrittura è riflesso di quel che vivo, interpreto la cancellazione come negativa, esplosiva, direi.
Ho deciso di rispondere di getto, senza trovare mille altre ragioni e parimenti altrettanti validi motivi.
Se hai recepito il "Pure" Come grossolana arroganza, sappi che non era mia intenzione.
A presto, Angelo...
Ciao,
RispondiEliminaso che non è il tuo genere preferito ma non è che hai visto anche "Blade Gen - The gene generation" di Perry Teo? Mi incuriosisce parecchio ma non vorrei fosse una perdita di tempo vista la coda infinita di libri e pellicole che ho nella pipe...
Grazie.