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domenica 20 febbraio 2011

Riflessioni di un autore esordiente


Fa un certo effetto ricevere una mail dal tuo editore nella quale ti dice che il tuo libro è in tipografia e sarà distribuito i primi di marzo. Un editore "vero", poi, cioè non di quelli "a pagamento", ma che mi ha addirittura pagato i diritti d'autore (una miseria, ma comunque mi ha pubblicato e mi regalerà diverse copie omaggio). Le "riflessioni" di cui parlo nel titolo del post, riguardano più che altro alcuni dubbi che sorgevano nel mio animo, relativamente al parlare di questa novità ai miei lettori del blog: parlare di un proprio libro che sta per essere pubblicato, significa infatti, volenti o nolenti, fare pubblicità a se stessi, nonché ai propri prodotti editoriali, il che non mi sembra rispettoso nei confronti, appunto, di chi passa di qui, nel senso che se ne sfrutta l'attenzione e fiducia accordata per parlare "narcisisticamente" delle proprie cose, e (peggio che andar di notte) indurre i lettori a comprare. Altro discorso è quello di chi scrive gratuitamente e pubblica da sè, mettendo online (in e-book, per esempio) le proprie opere. Encomiabile (l'ho fatto anch'io, e trovate qui l'e-book da scaricare gratis. E' un saggio di psicopedagogia psicoanalitica, un pò noioso forse, ma può interessare - soprattutto chi fa l'insegnante, per esempio). Adesso invece si tratta di una cosa diversa: è un libro "vero", cartaceo, reperibile in libreria, che costa 16 euro, e si compone di 272 pagine. Ha un codice ISBN, una prefazione di un illustre collega, un indice, una quarta di copertina, e una breve presentazione dell'autore. Come vedete la mia timidezza fa sì che non riveli ancora nulla, né il titolo, né l'argomento (anche se ne avevo un pò già parlato nei commenti, qualche tempo fa), nè la casa editrice. Desideravo semplicemente condividere con chi mi legge questi timidi pensieri circa "l'esser pubblicati", nonché riflettere su significato e opportunità di parlare di queste trasformazioni esistenzial-editoriali su un blog. Per esempio non so ancora nemmeno se parlerò del libro, quando uscirà. O se ne posterò la copertina. O se sarò contento che qualcuno dei miei amici del web lo vorrà recensire sul suo blog. Boh. Stiamo a vedere che succede. Intanto desideravo aprire un piccolo dibattito qui. E ditemi quindi voi che ne pensate (se ne avete voglia). 

6 commenti:

  1. Il post - Volente o nolente - Influenzerà l' opinione del lettore.
    La mia?
    L' hai scritto per vendere, pubblicizza.
    Troppo pudore, danneggia.
    Tanto pudore, è domandare permesso all' utenza.

    Ciao, Angelo.

    Cristian

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  2. Grazie per questo primo commento, Cristian, che mi dà inoltre la possibilità di segnalare l'importante fatto che non ho "scritto per vendere", poichè il mio contratto editoriale non prevede percentuali sulle vendite (ma solo diritti d'autore predeterminati, oltre i quali null'altro mi è dato). Quindi il mio è un problema di pubblicità in quanto tale (senza fini di lucro, cioè) :)

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  3. Parlane parlane, il blog in fondo sei tu, ed è sempre curioso sapere di cos'altro scrivono i blogger oltre alle recensioni. :)

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  4. Angelo:

    Mi scrivesti che tutti necessitiamo di gratificazione.
    "Tutti", anche i lettori.
    Se conosci l' ammirazione che nutro nei tuoi confronti è elementare incoraggiarti col complice spintone datoti come fossi l' impacciata amica terrorizzata dal lui che l' attende : )

    Cristian (Divertito)

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  5. Non voglio essere cattivo (giuro!), ma non si capisce molto cosa volevi dire, o meglio, si capisce ma sembra che tu abbia timore di parlare a "casa tua"... Secondo me è meglio se la pubblcità te le fai, eccome.
    Mio nonno diceva: - Non parlare male di te stesso, che gli altri lo fanno molto meglio e con più serietà ;-).
    In realtà lo diceva in dialetto trevigiano, ma il concetto era più o meno questo.
    Non vedo l'ora di leggerlo.

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  6. @ Simone: sì, hai ragione Simone: Anch'io sono sempre molto curioso e interessato, ad esempio a leggere i tuoi racconti horror :)

    @ Cristian: ti ringrazio della bontà e generosità che sempre dimostri nei miei confronti. Poi mi piace molto la metafora dell"impacciata amica", quale in effetti mi sento :)

    @ Eddy: sì, bè poi è pubblicità senza nessun fine di lucro, visto che non ho percentuali sulle copie vendute, come dicevo in un commento precedente. Si tratta semplicemente (ma non è poco) di gratificazione narcisistica - che ogni tanto in effetti ci vuole, e occorre concedersi. Inoltre tra poco è anche il mio compleanno, quindi il cerchio si chiude :)

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