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sabato 12 marzo 2011

127 ore, di Danny Boyle (2010)



Il free-climber Aron Ralston (James Franco), rimane bloccato in uno stretto canyon nello Utah, con un braccio schiacciato da un masso distaccatosi dalla roccia. I giorni passano, l’acqua comincia a scarseggiare e Ralston ricorda gli amici, le amanti (Clémence Poésy), la famiglia e le due escursioniste (Amber Tamblyn e Kate Mara) incontrate poco prima, Nel corso di cinque, lunghe, estenuanti giornate, combatte contro gli elementi e i suoi stessi demoni, fino a scoprire di avere il coraggio e la volontà di liberarsi a qualunque costo…

Dopo prove memorabili quali "Trainspotting" (1996), "28 giorni dopo" (2002), "The Millionaire" (2008), e altre un pò meno fulgide, Danny Boyle ci regala questo film intenso, drammatico, ma che sa essere simultaneamente fresco, febbrile, vitale. Si tratta di una storia realmente accaduta al free-climber Aron Ralston, rimasto prigioniero di madre natura e della sua forza darwiniana e inesorabile, all'interno di una faglia rocciosa nelle montagne dello Utah. Considerata la sinossi, uno si aspetterebbe di vedere qualcosa di sommamente claustrofobico, in stile "Buried" (2010) o roba simile, invece l'inventiva a tratti deliberatamente naif di Boyle, è capace di integrare leggerezza del racconto e pesantezza drammaturgica di molte sequenze, in un modo che si può  definire solo come sopraffino. A partire da una colonna sonora scoppiettante e dinamicissima tanto quanto l'uso geniale di inquadrature multiple e di soggettive dall'interno di oggetti quali cannucce, borracce e bicchieri, Boyle ci conduce con passo spedito verso panoramiche altrettanto dinamiche, mediante movimenti di macchina ampi e aperti, con un uso di dolly  davvero spettacolare. Boyle è certo aiutato dalle locations naturalistiche che da sole appagano l'occhio, ma si sa che è poi l'occhio del regista a rendere artisticamente pregevole il girato. In questo film accade appunto che la "realtà" delle locations, così come la "storia vera" raccontata, sono rappresentate dal regista inglese con grande maestria creativa. Infatti il film non risulta mai noioso, nemmeno per un minuto, anche quando seguiamo Aron incastrato tra le rocce con un braccio spappolato da un sasso, mentre cerca vanamente di liberarsi nel corso dei drammatici giorni che seguono. Quella di Aron è una vera e propria lotta per la sopravvivenza nella quale il "perturbante" risiede nella rappresentazione della solitudine e impotenza dell'uomo di fronte alla Natura. Interessante a questo proposito l'insistenza di Boyle nel descriverci la dipendenza totale di Aron (e di chiunque, naturalmente) dai propri bisogni fisiologici: la sete, la fame, l'intolleranza del dolore fisico. Sembra qui che il regista desideri riflettere sul tema del "limite" come aspetto caratterizzante l'identità umana, riflessione condotta tuttavia senza facili pessimisti horrorofili, tanto per incantare o attrarre un certo tipo di pubblico. Quella di Boyle è una riflessione sul perturbante, doloroso mistero delle cose che permea il mondo, un mistero "naturale" verso cui occorre guardare con ottimismo e vitalità, poichè la vita è comunque tutto ciò che abbiamo, e non è poco, perbacco. Per gli amanti dell'adrenalina in salsa gore, il film peraltro non delude neppure su questo versante: le ultime sequenze anatomico-sanguinolente non sono certo per stomaci delicati, ma in ogni caso sempre ben in equilibrio con tutto il resto della sceneggiatura. Per concludere, una necessaria nota di elogio a James Franco che interpreta lo sfortunato Aron, alle prese con un'esperienza traumatica che tuttavia gli farà imparare a distinguere tra "vitalismo" e "vitalità", a comprendere cioè che la Vita è bella, ma può essere anche pericolosa, perchè si può morire. "127 ore": decisamente consigliato. REGIA: Danny Boyle SCENEGGIATURA: Danny Boyle, Simon Beaufoy Cast: James Franco, Kate Mara, Amber Tamblyn, Treat Williams, Sean Bott,Koleman Stinger, John Lawrence, Kate Burton, Bailee Michelle Johnson, Parker Hadley, Clémence Poésy, Fenton Quinn, Lizzy Caplan, Pieter Jan Brugge, Rebecca Olson FOTOGRAFIA: Enrique Chediak, Anthony Dod Mantle MONTAGGIO: Jon Harris MUSICHE: A.R. Rahman NAZIONE: Gran Bretagna, USA PRODUZIONE: Cloud Eight Films, Pathé  GENERE: Biografico, Drammatico, Avventura DURATA: 94 Min


10 commenti:

  1. non male, nemmeno fenomenale, però niente male

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  2. L'arm-cutting con il nervo scoperto è una scena che mi sogno ancora di notte. Gran bel film.
    Unica nota di demerito, un James Franco un pò troppo gigione.

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  3. @ Marco: sì, infatti "127 ore" è un film sul "fenomenale" che non è niente male, ma può fare male :)

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  4. @ Eddy: sì, "gigione" ma a mio avviso deliberatamente, volutamente. Quasi a voler rappresentare per iperbole quel vitalismo un pò onnipotente che Boyle vuole stigmatizzare nel film (on my opinion).:)

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  5. Una buona cosa il fatto che stiano uscendo tanti film che pongono l'essere umano in condizioni estreme, prima Frozen e ora questo interessante 127 ore. Non mancherò di vederlo e vista l'ecletticità di Boyle penso proprio che non mi deluderà. Bella la tua recensione e il modo in cui definisci perturbante la situazione limite alla base del film ;)

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  6. La pertinenza è sobrio sibìlo di silenzio interrotto, non ho visto il film, taccio, senza agitare la coda di paglia. Detto ciò, evidenzierei la scivolosità dei vari "Ismi", che le mie papille gustative traducono in informe, dolciastra, esagerata e diluente glassa.
    Diluisce il vero sapore del prodotto, buono o cattivo esso sia.
    La si butta in caciara, tanto per toccare i giusti tasti.

    Ps: "Ringrazio per il commento, nell' altra sede, non riesco a rispondere".

    Cristian

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  7. @ Antonio: anche a me era venuto in mente di citare " Frozen" nella recensione, poi non l' ho fatto, ma comunque ci sono anche suggestioni che rimandano anche a quel film. Grazie quindi di averle fatte emergere :)

    @ Cristian: appena ho un attimo di tempo segnalo il nostro blog qui da me :)

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  8. Angelo:

    Tappeto verbale che invita ad un' ottica alternativa ad arginare e parimenti estendere i vari "Ismi".
    Dire la mia, m' interessa poco.
    Sono il "Bambino" Bisognoso di "Pappa" Per crescere : )

    Cris...

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  9. @ Cristian: tutti noi siamo bambini bisogni di pappa per crescere, in verità :)

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  10. Bellissimo film. L'ho visto meno di un mese fa, dopo aver visto il vero Aron sulla copertina di Sport Week, al bar xD "Frozen", com'è, invece? Sarà un anno che voglio vederlo, ma non riesco a trovarlo in italiano :( non è ancora uscito il dvd?

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