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domenica 15 maggio 2011

Con gli occhi dell'assassino, di Guillem Morales (2010)


Julia fa ritorno dalla sorella gemella Sarah, reduce da un intervento chirurgico che ha provato, senza successo, a salvarle la vista ormai compromessa da una malattia degenerativa agli occhi. Arrivata al paese verrà a sapere che la sorella, disperata per la sua imminente cecità, si è da poco tolta la vita, nell'indifferenza generale dei suoi vicini.
Poco convinta da questa storia Julia comincerà a indagare sulla morte della sorella, confrontandosi contemporaneamente con la stessa malattia che la sta progressivamente facendo diventare cieca...

Guillermo Del Toro sponsorizza questo "Los Ojos de Julia", confezionato da Guillem Morales, il quale più che un narratore di storie inquietanti, sembra un bradipo addormentato dietro alla macchina da presa. Perchè Del Toro sponsorizzi un bradipo non lo sappiamo, fatto sta che questo film iberico non scuote gli animi, ma anzi li addormenta, almeno fino a tre quarti abbondanti di pellicola. Ci aspettavamo cioè, che Del Toro facesse da padrino a qualcosa di un pò più consistente. Morales guarda al cinema di Argento, soprattutto nelle sue carrellate all'indietro, girate all'interno di luoghi chiusi, case buie, istituti per ciechi. In quel buio Morales (come Argento) colloca un improbabile killer che usa fotografare col flash le sue vittime, tra le quali sembra esserci anche la sorella gemella di Julia, Sarah. Detto questo, la sceneggiatura di Morales e Paulo si incarta e si inchioda all'interno di dinamiche coniugali e sororali decisamente poco pensate, elaborate, trasformate. Ad interpretare tali dinamiche tra marito e moglie sono due attori, Belen Rueda (Julia) e Lluis Homar (Isaac) condotti con mano tremula da un regista che si accontenta di muovere due burattini sulla scena. Isaac è il più burattino di tutti, anzi, assomiglia al papà di un famoso burattino, cioè Geppetto: capello bianco lungo, occhiali pseudo-intellettualoidi, barba rada. Geppetto e la fata-turchina-Julia balbettano dialoghi impossibili con l' autenticità e l'ispirazione di due cartelli stradali ai bordi di una statale assolata nel mese d'agosto. Ma è soprattutto la credibilità complessiva dell'intreccio a vacillare quasi subito, oltre che le performance dei due protagonisti principali: il rapporto gemellare tra Julia e Sarah è infatti paragonabile solo allo stile di una telenovela brasiliana anni '80, e viene il sospetto che Morales si sia appunto ispirato a quello che vedeva in tv sua mamma quando lui era piccolo (l'inconscio  gioca spesso brutti scherzi, ahimè). Sto parlando, naturalmente, dell'insistenza sul rapporto tra le povere sorelle gemelle affette da grave malattia oculistica degenerativa, la cui credibilità narrativa è appunto pari allo zero. Mai avevo visto una relazione gemellare trattata cinematograficamente in modo così superficiale, specialmente quando il lutto per la gemella morta scivola via quasi fosse morto il pesciolino rosso della protagonista, piuttosto che un parente con simili e ingombranti implicazioni affettive. Non molto altro c'è da dire di questo film, se non che il montaggio di Manel Vilaseca è molto poco equilibrato e amplifica così i difetti di una pellicola che non produce particolari effetti stranianti. Pathos e suspense non vedono nessuna luce e anzi rimangono pure loro contagiati dalla cecità degenerativa di cui soffrono le due sorelle. Fotografia e sonoro nulla aggiungono e nulla tolgono, nè tantomeno salvano la pellicola dal disastro. La malattia oculistica contagia poi, oltre che l'occhio del regista, anche quello dello spettatore, che alla fine desidera solo essere consolato dal buio della sala, dopo che i titoli di coda hanno cominciato a scorrere. Morales  guarda infine verso il soprannaturale in specie nella seconda parte del film, ma quello che fa risulta essere un semplice volo del tacchino. In sintesi io credo che Guillermo Del Toro abbia preso una cantonata notevole nello sponsorizzare attraverso il suo  nome illustre questo mediocrissimo "Con gli occhi dell'assassino". Cantonata che non mi spiego, ma che avrà probabilmente sue ragioni che i nostri occhi non riescono a vedere. 
Regia: Guillem Morales Sceneggiatura: Guillem Morales, Oriol Paulo Fotografia: Óscar Faura Montaggio: Joan Manel Vilaseca Musica: Fernando Velázquez Cast: Belen Rueda, Lluis Homar, Clara Segura, Hèctor Claramunt, Julia Gutiérrez Caba Nazione: Spagna Produzione:  Antena 3 Films, Mesfilms, Rodar y Rodar Cine e Television Anno: 2010 Durata: 112 min.

9 commenti:

  1. Ho il terrore che con questo film, l'horror spagnolo stia iniziando a inaridirsi...Spero che non sia così, altrimenti non saprei proprio verso quale nazione consolarmi cinematograficamente, a parte la Francia :(

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  2. @ Alan Parker (Antonio): caro Antonio penso che tu abbia ragione, anche se non ho elementi sufficienti per parlare di un inaridimento del cinema perturbante iberico. Inoltre questo non è proprio neanche un "horror". E' un thriller travestito subdolamente di horror solo per fare botteghino. Non l'ho scritto nella rece. Fa niente: lo scrivo qui :)

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  3. Bene, ottimo. Se questo non è "horror" è quella che io chiamo fregatura. E meno male che ti ho letto perché stasera ce l'avevo in visione! ;)

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  4. @ Eddy: infatti non è proprio un "horror", ma è spacciato come tale e per giunta imbellettato con il nome di Del Toro. Mah.

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  5. a me è piaciuto parecchio. certo non mi bisogna aspettarsi un horror tipico, io l'ho trovato un film dalle atmosfere avvolgenti più che altro vicino al genere drammatico, nonostante il pessimo titolo italiano voglia far credere qualcos'altro...

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  6. @ Marco: a me no, assolutamente (come si evince dalla recensione). Proprio l'ho trovato terribilmente noioso e bolso. Che vù fa? :)

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  7. Anche a me è piaciuto molto. Ovviamente anch'io lo inserirei nella categoria thriller, più che horror, però non mi ha annoiato affatto. E dire che ho la noia facile ;D solo il 'villain' e il suo movente mi hanno lasciato tremendamente allibito. Poi, ovvio, come ho già detto più volte, sul lato tecnico, non mi esprimo, essendo ignorante in materia :D

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  8. Ciao Musashi, che piacere ritrovarti tra noi: era da tanto che non ti si vedeva (io vengo comunque sempre sul tuo blog, anche se non commento sempre). Vedo anche dal tuo commento che questo film divide e crea schieramenti. Bene. E' così che si fa. Anche se francamente non riesco a capire se abbiamo visto due film diversi, perchè a me questo ha fatto addormentare :)

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  9. Più che thriller vero e proprio tra l'altro, a me sembra un thriller melodrammatico. Comunque sono abbastanza d'accordo e ci aggiungerei anche il ridicolo involontario dei personaggi di contorno: la giovane vicina di casa, il padre maniaco sessuale, la vecchia cieca (?), il vecchiaccio invisibile anche lui...Il marito è la copia sputata di Fabrizio Bentivoglio comunque.

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