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mercoledì 17 agosto 2011

Nemesi, di Jo NesbØ, 2010.





Data di pubblicazione agosto 2010 Editore: Piemme, Milano Collana Paperback Adulti Serie Bestseller Rilegatura brossura con alette Formato 12.5x19 cm
Pagine 496  ISBN 978-88-566-1465-7

Quando era entrato nella casa di Anna Bethsen la sera prima, il commissario Harry Hole pensava che sarebbe stato per l’ultima volta. Invece, quella mattina, dopo essersi svegliato sul divano di casa sua, coperto dal cappotto e completamente intorpidito dall’alcol, viene chiamato per un nuovo caso. Giunto sulla scena del crimine, scopre che questa coincide con la casa della donna, dove tutto pare uguale alla sera precedente, se non fosse che ora Anna è distesa sul letto con una pistola nella mano.

Proseguiamo con qualche ulteriore recensione letteraria, prima di reimmergerci nel filmico, brodo di coltura preferito da queste parti. Però si sa che l'estate favorisce il tempo della lettura, e infatti di libri ne ho letti un pò, quest'anno, tra una zuppa di pesce e una partita a tennis. Il secondo romanzo di Jo NesbØ tradotto in Italia, "Nemesi", si merita decisamente un lungo applauso, dopo che siete arrivati fino all'ultima delle sue lunghe 496 pagine che non vi deluderanno mai, ma proprio mai. Anzi, sono pagine che sembrano spalmate di unguento moschicida e noi lettori siamo le mosche catturate dalla rete seducentemente vischiosa di NesbØ. La storia parte a razzo mediante una rapina in banca che finisce in tragedia con una delle cassiere uccise con un colpo di fucile. Il nostro eroe, l'agente Harry Hole entra subito in azione, allontanandosi temporaneamente dall'indagine che sta seguendo e che riguarda la morte della sua cara collega Ellen. Tutto il libro racconta questo "temporaneamente", cioè questo interim temporale che si chiude geometricamente nell'ultima pagina, dove riprende l'indagine riguardante Ellen, lasciandola comunque ancora in sospeso e costringendoci - giustamente- a leggere il romanzo successivo. Sì, perchè i romanzi di NesbØ non sono storie separate. Sono invece un unico grande romanzo suddiviso in libri diversi, forse solo perchè nessun editore pubblicherebbe un libro di tremila pagine, che sarebbe troppo pesante (fisicamente, intendo) anche per chi legge. Dicevamo che il libro parte a razzo e su quel razzo vi tiene saldamente legati, paragrafo dopo paragrafo, facendovi conoscere i lati oscuri di una Norvegia autunnale, piovosa, attraversata da loschissimi figuri della malavita che si infiltrano fino agli alti gradi della polizia, generando un intreccio davvero malignamente perverso che Hole avrà la maestria di sbrogliare, come solo lui sa fare. La scrittura di NesbØ è come al solito  condotta in modo ferreo, e insieme zigzagante, caprioleggiante a salti carpiati, rasentante l'inverosimile assoluto, ma non per questo meno convincente. Anzi, al contrario, le capriole isotopico-letterarie cui ci costringe il nostro ci appaiono tanto gustose quanto più barocche ci si presentano: vedi la morte di Anna, un vero capolavoro di logica thrillerosa quant'altre mai. Nel libro è poi raccontata la trasferta brasiliana di Hole insieme ad una giovane collega della sezione Antirapine, esperta nell'analisi di video a circuito chiuso, nuovo personaggio assai ben tratteggiato, denso di chiaroscuri psico-femminili molto sottili e ambigui. Hole, tornato ad Oslo sarà vittima dell'aggressione di un tremendo rottweiler, nonchè quasi arrestato perchè sospettato di omicidio, naturalmente allo scopo di incastrarlo. Inutile dire, che tra una birra e l'altra il nostro eroe si divincolerà magistralmente dalle trappole disseminate sul suo sentiero. Insomma, io credo che la fama che segue ormai da tempo NesbØ ovunque vada e qualsiasi cosa scriva, sia del tutto meritata, con buona pace degli invidiosi di cui è pieno il mondo. Almeno stando a questi due libri che ho letto, voglio dire. Ma mi è difficile pensare che uno che scrive come lui, possa avere un calo di ispirazione nelle storie successive, che mi sto accingendo a leggere, in questa metà di agosto così calda. La prossima sarà infatti (già da domani) "L'uomo di neve", continuazione di "Nemesi". Nella prossima recensione tuttavia, non temiate, non vi tedierò ancora con NesbØ, anche perchè vorrei spezzare un pò l'attenzione con stimoli variegati, e passerò così a parlarvi di un libro di psicoanalisi pura, molto serioso e "duro", che però mi è molto piaciuto. Il titolo non ve lo dico. Come al solito voglio sorprendervi.

7 commenti:

  1. secondo te Nesbo è troppo "duro" per una appassionata di thriller (mia moglie) che però non ama i dettagli macabri?

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  2. Qualche romanzo d' amore, Angelo?


    Cristian

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  3. @ Eddy: forse per una futura puerpera, questo "Nemesi" è un pò hard, soprattutto per certe "sequenze" al cardiopalma nella prima parte, cioè quella della rapina. Direi di cominciare con "Il pettirosso", decisamente.

    @ Cristian: non so che dirti, Cris, a me non piacciono i romanzi di solo amore. I thriller poi contengono intrecci amorosi comunque...:)

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  4. No, non sono stato troppo buono; forse ho predeterminato "Avventati" (inverterata fretta) elogi anche perchè "Troppo buono", ma, la sostanza, non muta.
    L' eccezionalità degli strumenti critici che hai sviluppato, induce ad allontanarmi dalla casta dei pregiudizi, aprendomi a quella catasta di libri che fanno capolino in camera, e solo da qualche giorno timidamente sfogliati.
    Avremo di che parlare, in questo amicale caffè informatico.
    P.S: " Domando scusa per eventuali digressioni, tassa dalla saccenza imposta".

    Ciao, Angelo.

    Cristian

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  5. @ Cristian: Molto bella l'immagine del l'"amicale caffè informatico". Lo vedrei proprio così, infatti. Mi permetto l'irruenza di suggerirti di non solo di sfogliarli timidamente, i libri, ma di averci proprio degli amplessi. E' più gustoso :)

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  6. Sorrido...Hai generato il mio messaggio in ulteriorità precedente?
    Se così fosse, non saresti certo tu, l' irruento..
    Scala armonica ascendente in tua metafora.
    Notte, a presto...

    Cristian

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  7. macche stupidi romanzi d'amore pieni di cliché. grande, continua così ;)

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