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domenica 18 dicembre 2011

Hostel Part III, di Scott Spiegel (2011)



Durante un addio al celibato a Las Vegas, una coppia di amici, Scott e Carter, si trovano coinvolti in una setta di misteriosi e sadici loschi figuri, facenti parti dell' Elite Hunting Club. La vicenda prenda una ulteriore brutta piega, nel momento in cui Scott scopre che il suo miglior amico Carter ha strani legami con il gruppo omicida. 

Un film appartenente al sottogenere cosiddetto torture porn potrebbe essere una buona occasione per portare avanti una riflessione in ambito artistico sul tema dell'odio nell'uomo, sulle sue multiformi estrinsecazioni e varianti, sulle sue origini e sulle possibili modalità di poterlo rappresentare in un modo socialmente condiviso e fruttuoso. In questo senso "Martyrs" di Pascal Laugier o "Funny Games" di Michael Haneke, vanno precisamente in questa direzione, poichè descrivono ciò che Hanna Harendt ha definito la "banalità del male" (riferendosi alla follia nazista). Il film di Scott Spiegel, uscito direttamente in DVD, invece butta via in 88 minuti di pellicola qualsiasi occasione riflessiva, critica, o di pensiero relativamente al tema di cui stiamo parlando, e in tal maniera si pone come la perfetta conclusione dell'inutile triade di "Hostel", inaugurata da Eli Roth nel 2005. D'altra parte cosa vogliamo attenderci da uno Scott Spiegel che da anni frequenta il lato più easy e business-oriented dell'horror da intrattenimento holliwoodyano? Non certo la profondità di un Haneke, appunto, che riflette sull'odio e sull'aggressività umana con un cipiglio sempre molto filosofico. Non credo sia infatti un caso che Spiegel ambienti questo pacchianissimo e indigeribile "Hostel part III" a Las Vegas, patria dell'effimero statunitense, un effimero mescolato, con ambiguità tutta americana, ad un puritanesimo che fa sì che nel film una delle vittime immolate dai torturatori sia vestita da cheerleader. Questo è l'immaginario perturbante yankee odierno: una cheerleader ricoperta di scarafaggi tropicali. Notevole contrasto, no? Un pò come quello delle fontane in stile Versailles di Las Vegas, ma collocate in mezzo al deserto. Wow. Ogni tanto Spiegel cerca di scimiottare il Laugier di "Martyrs", ma con effetti solamente comici, vedi la sequenza dello scorticamento facciale, che rimanda alla tortura finale di "Martyrs", ma attraverso modalità penosamente imitative. Il regista, come già accennato, punta tutto sul contrasto, come dimostra un montaggio iper-alternato che oscilla continuamente tra esterni rutilanti di casinò, bottiglie colorate di Bourbon e culi sodi di lapdancer, e i bui corridoi della sede dell'Elite Hunting Club. Un contrasto che diventa completamente fine a se stesso, e che ci fa molto presto venir voglia di spegnere tutto e andarcene a fare una salubre passeggiata in montagna, in un giorno di sole. Diciamo pure che quello di giustapporre inquadrature dalle differenti luminosità (contrasto, appunto) rimane l'unica arma a disposizione di un filmaker le cui braccia sono state sottratte purtroppo all'agricoltura, area professionale che dai suoi bicipiti avrebbe tratto molti più vantaggi che non quella del cinema. Un esempio? Spiegel non è neppure, e seppur vagamente in grado di rendere l'atmosfera carceraria dei sotterranei in cui sono imprigionate le vittime del Club. Non ha mai visto un film carcerario, quindi? Da dove si ispira? Da "Il Miglio Verde", forse? Probabilmente. Inutile dire che se i talenti estetici del nostro sono quelli di cui stiamo facendo la cronaca, la conduzione degli attori è una roba da pubblicità serale del Chevas Regal, anzi magari quella è anche più raffinata. Attori che sembrano merluzzi affumicati su un bancone di pescivendolo decorato da addobbi e luminarie natalizie. Volete il capitone? Ecco a voi dunque Brian Hallisay, il più affumicato di tutti. Gli altri seguono a ruota e non ha neanche senso citarli. Tutti pesci gelidi e smorti, incartati in una sceneggiatura vuota virante in un finale che tenta di alzare il tono dell'umore dello spettatore trasformando il torture porn in film d'azione e sparatorie, per salvarsi in zona Cesarini. La partita è tuttavia comunque persa, aldilà del buon Cesarini, e il redde rationem finale tra i due amiconi sembra presa da un vecchio telefilm di Starsky & Hutch, uno di quelli venuti peggio, però. In sintesi il film di Spiegel non merita affatto la nostra attenzione, se non per motivi di filologia, che è appunto l'unico motivo che me lo ha fatto accostare. "Hostel Part III": zero "pensoso" e molto penoso. Regia: Scott Spiegel Sceneggiatura: Michael Weiss, John Fasano Fotografia: Andrew Strahorn Montaggio: Brad E. Wilhite Musiche: Frederik Wiedmann Nazione: USA Produzione: Raw Nerve, Stage 6 Films Durata: 88 min.

7 commenti:

  1. LAS VEGAS è l'america,una delle due.L'altra è quella del profondo sud.
    A me Hostel e company sembrano una compagnia di borghesissimi pulzelli,che per noia cercano di richiamare l'attenzione dei loro genitori strepitando,insultando,ma poi tutto rientra nella norma
    Fanno parte di quel movimento detto "cattivisti da happy hour",cioè la negazione totale della malvagità. Esempio Crimini e Misfatti di Allen è un film sul male che mette più brividi degli squartamenti di noantri

    ciao viga

    http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.com

    http://malgoverno.wordpress.com

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  2. A volte ammiro la tua voglia di farti male... anche se l'avevo già deciso prima della tua (al solito) splendida recensione, eviterò con grandissima cura!

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  3. Posso immaginare la noia, al solo leggere Los Angeles mi sono ritrovato a sbadigliare. ;)

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  4. non sono sorpreso, sapevo che per il terzo capitolo della saga si sarebbero spese tante parole negative. Con la testa dura che mi ritrovo, penso che lo vedrò lo stesso. ciao!

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  5. @ Viga: carissimo, l'atmosfara da happy hour continuo è effettivamente presente in questo film, che comunque fa acqua da tutte le parti proprio come film :)

    @ Eddy: sempre troppo buono. Vabbè, è Natale e quindi incasso il regalo :) P.S. quando ricominci a scrivere le tue di splendide recensioni?

    @ Simone: non Los Angeles, ma Las Vegas. Comunque fa lo stesso: avresti sbadigliato lo stesso :)

    @ waYne: non perdere tempo prezioso a vedere questo film, ma certo, se hai la testa dura...:))

    @ Amos: verrò a votare. Buone Feste :)

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  6. Tanti auguri, Angelo.

    Cristian : )

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