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venerdì 10 febbraio 2012

Chronicle, di Josh Trank (2011)



"Chronicle" è la storia di tre liceali e della loro incredibile scoperta, che porterà in loro lo sviluppo di poteri sovrannaturali potentissimi. Man mano che imparano a controllare le loro capacità per trarne propri benefici, il loro lato oscuro prende il sopravvento.

Personalmente ho trovato questo "Chronicle", del giovane regista statunitense Josh Trank,  piuttosto banale, sul piano della rappresentazione filmica, nel suo pur apprezzabile tentativo di parlare del desiderio di onnipotenza distruttiva che alberga nell'animo di qualsiasi adolescente. "Chronicle" conduce un'inconsapevole discorso sulla potenza delle pulsioni che abitano le spinte delle nuove generazioni,in ogni epoca. Il problema di Trank e' tuttavia appunto una sorta di confusa inconsapevolezza dei risvolti simbolico-psicologici che ha per le mani, inconsapevolezza che viene amplificata dall'ennesimo ricorso allo stile mockumentary, che già di suo non dispone favorevolmente alla visione, e che ammazza ogni tipo di rimando appunto culturale che a tratti sfiora con la sua narrazione. Il film sulle prime seduce, poiché sembra pescare nell'immaginario fantascientifico filmico degli anni '50, con  tanto di ritrovamento di una "cosa dall'altro mondo", pero' sotterrata nelle campagne di una provincia americana odierna dalla quale ti vien solo voglia di fuggire a gambe levate: quasi una natura morta fatta di cheerleader che ballano sul campetto di baseball locale, di festicciole in discoteca. Ti viene da chiederti perché questi liceali annoiati e immersi in un ambiente tutto così prevedibile da decenni, non sentano la voglia di imbracciare un kalashnikov e iniziare una loro personale intifada contro i loro padri.  Trank opta invece per una evoluzione, per così dire più romantica della vicenda generazionale, e pone sul sentiero dei nostri tre eroi negativi, Andrew, Matt e Steve,  la scoperta del "lato oscuro della forza" che è dentro di loro, senza fornirli di Maestri Jedi che facciano da guida e protezione del loro spirito vuoto ed esausto. Il risultato di questa operazione e' tuttavia banalizzante, come dicevo più sopra, poiché  mette sul barbecue troppa carne tematica costringendola all'interno di un genere tecnicamente limitato per sua definizione e scelta (il mockumentary), impedendo così una "cottura" uniforme e sufficientemente apprezzabile di quello che ci viene servito nel piatto. Anche le sequenze del supermercato, che potrebbero possedere anche la valenza di una seria riflessione sociologica sul consumismo capitalistico contemporaneo, sfumano nella boutade adolescenziale, nella smargiassata fine a se stessa, rimandando al tema dell' onnipotenza fallico-erotica e narcisistica, svincolata da qualsiasi etica, ma toccando questi temi centrali nella comprensione dell'adolescenza, in modo assolutamente superficiale.   Il film e' a mio avviso anche troppo lento in alcuni punti, nonché poco convincente sul piano della caratterizzazione psicologica, dell'andamento non equilibrato dello script (di Max Landis), e dell'interazione interpersonale tra i personaggi. Anche i momenti maggiormente conflittuali vengono assorbiti dall'atmosfera "realistica" della pellicola. " Chronicle" si riprende fortunosamente nel finale. Prende cioè ritmo a partire dalla trasformazione delinquenziale di uno dei personaggi (Andrew), che appare efficace, e viene ben condensata nella esplosiva sequenza della rapina al drugstore. Ma e' sempre il mockumentary style a rovinare la partita, dal momento che le inquadrature catastrofiche finali non possono non ricordare Cloverfield  (2008), sebbene il mostro emerga fugacemente solo nelle sequenze iniziali del ritrovamento del malefico tesoro radioattivo sotterraneo. Voglio dire che il film di Trank, sebbene ce la metta tutta nel comunicare cose nuove e incisive in tema di teenager horror e territori limitrofi, rimane comunque sempre ostaggio della cornice di genere che presceglie per manifestarsi espressivamente. Il risultato e' dunque quello di buttar via delle potenzialità estetiche embrionali che non nutre affatto, anzi lascia completamente improduttive. Neppure il finale drammatico, sacrificale, salva la partita. "Chronicle" : non particolarmente consigliato, se non agli amanti totali del mockumentary in quanto tale. 
Regia:Josh Trank Soggetto e Sceneggiatura: Max Landis Fotografia: Matthew Jensen Montaggio: Elliott Greenberg Cast:Michael B. Jordan, Dane DeHaan, Michael Kelly, Ashley Hinshaw, Anna Wood, Alex Russell, Joe Vaz, Luke Tyler, Matthew Dylan Roberts NazioneGran Bretagna, USA 2012 Produzione: Adam Schroeder Productions, Davis Entertainment


8 commenti:

  1. un altro mockumentary??
    non è che il genere (di cui già non sono un grande fan) si stia inflazionando un po' troppo?

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  2. @ Marco: purtroppo sì, un altro "mocku". Non so quando lo capiranno che l'epoca del mocku ha fatto il suo tempo :)

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    1. quando inizieranno a calare le vendite dei biglietti al cinema :D
      come al solito di ringrazio per l'ottimo pezzo Angelo ;)

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  3. Però il soggetto sembrava molto interessante...

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  4. @ waYne: ma sono io che ringrazio te per la tua bontà :)

    @ Simone: il soggetto sì, sono d'accordo, ma è la "cottura" che non mi è appunto piaciuta (come si evince dallo scritto) :)

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  5. Ciao caro,
    il film non l'ho visto ma se prima non m'ispirava granché, adesso men che meno.
    Però (ahi!) non sono d'accordo con te sulla parte mocku. Non credo che il genere sia inflazionato, credo invece che non abbiamo ancora visto tutto quello che ci potrebbe offrire. Il problema a mio avviso sono certi modi di porsi di alcuni registi che approfittano della "camera a mano" per nascondere la mancanza di talento.
    Cloverfield è un gioiello imprescindibile a mio parere, come anche la strega di Blair.
    Se la sceneggiatura regge e gli attori sanno il fatto loro può uscire qualcosa di ancora molto interessante e perturbante.
    Sto seguendo la serie televisiva "The river" del terribile regista di "Paranormal Activity" girato in stile mockumentary e sebbene il risultato sia piuttosto scarso (i soliti problemi dei balletti della camera e delle scene d'azione completamente sballate), la vicenda in sè è ben sceneggiata e attrattiva. Te lo consiglio.

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    1. Lascia stare "the river"... l'ho abbandonato dopo il pilot... pietoso

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  6. Peccato, l'idea mi piaceva molto, anche perché le storie "oscure" legate al mondo dei supereroi mi intrigano.
    A prescindere, mi sa che lo guarderò, anche se i mockumentary ormai non li sopporto più!

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