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domenica 24 agosto 2014

Riflessioni su: il turismo italiano


Prima di riprendere la nostra solita attività recensoria, principale mission di questo blog, lasciatemi aggiungere un post del nuovo tag "Riflessioni su:", post dedicato alle strutture turistiche italiane, tentando di fare un confronto con quelle di un altro paese, specificamente la Francia, dove mi è capitato di sostare per circa 8 giorni.

L'opinione che mi sono fatto dopo questa esperienza che vado narrandovi, è che le strutture di accoglienza turistica italiane fanno semplicemente schifo. Mi chiedo infatti cosa possa pensare un turista tedesco o inglese che si trovi ad affittare un appartamento sulla riviera adriatica. Se fossi in lui non tornerei più in Italia, ma volgerei lo sguardo verso altri più confortevoli lidi. 

Il residence còrso nel quale ho passato una parte di vacanza, era un vero paradiso. La casa era una villetta dalle grandi persiane di legno azzurro e dai muri impreziositi da maestose edere rampicanti. La villa era fornita di ogni genere di utensileria domestica: servizio di piatti di porcellana per almeno 12 persone; caffettiera italiana e americana, a seconda dei gusti; forno a microonde ultimo modello; forno ventilato per cuocere qualsiasi cosa, pizza compresa; lavatrice; lavastoviglie; posate e attrezzi da cucina di ogni tipo non foss'altro che per caso avessi avuto voglia di cucinare una bouille a besse alla marsigliese, oppure delle tagliatelle fatte in casa con ragù di lepre.    

Il giardino della villetta verdeggiava di oleandri ed eucalipti profumati, a formare pagode arboree intorno alle quali si dispiegavano morbidi sentieri che conducevano insospettabilmente alla piscina del residence. Piscina perfettamente pulita, silenziosa, riposante. 

L'interno della casa era abbellito da un cotto a tratti mosaicato sul pavimento, fino ai bagni, che sembravano appena usciti dal progetto di uno studio di design. In sintesi un luogo nel quale il turista si sentiva davvero accolto, e nel quale si aveva voglia di tornare, la sera, pur provenendo dal mare cristallino delle coste della Corsica. 

Ma veniamo adesso all'appartamento che la mia famiglia ha successivamente affittato sulla riviera adriatica, tanto per fare un confronto, semplicemente perché la casa di famiglia che usualmente utilizziamo ospitava altri parenti che venivano in visita dall'estero. 

Entrare nell'appartamento, al quarto piano, è come fare un tuffo negli anni '70: anticamera buia arredata in stile location di film di Dario Argento, prima maniera. Salotto-pranzo con divano di vimini e cuscinoni sformati a fiori; tavolo di legno bianco con pianale in vetro e sedie in stile rococò veneziano; sempre veneziani i lampadari in vetro e ferro battuto (ciò che di più orrido abbia mai visto: forse Gillo Dorfles avrebbe scritto un secondo volume della sua opera sul kitsch, vedendoli). 

Reparto cucina: 3 pentole (tre), di cui due per friggere e una per cuocere la pasta; nessun tipo di forno; neanche l'ombra di una lavastoviglie; neanche il fantasma di una lavatrice; quattro piatti (4) fondi e quattro (4) piani; posate in alluminio da caserma militare. 

Il balcone: certo, molto ampio da poterci mangiare e con vista mare. Tuttavia utilizzabile solo di sera perché battuto da un sole accecante almeno fino alle 19,30. Ovviamente nessun tipo di tenda o riparo, da rendere così assolutamente inutilizzabile il terrazzo in questione. 

Non mi soffermo sulle camere da letto, con letti dai materassi così sfondati che forse neanche Fantozzi avrebbe voluto dormirci una notte. Fortunatamente il locatore ha accosentito ad inserire per noi sotto le brande delle assi di legno. Altrimenti avrei dovuto passare il mese di settembre dal fisioterapista. Detto in due parole: un disastro dal punto di vista dell'accoglienza turistica (non dirò il prezzo pagato per due settimane, in pieno agosto, in questo tunnel dell'orrore, prezzo che abbiamo tuttavia dovuto accettare perché costretti in qualche modo a prenotare all'ultimo momento).

Al termine di questa breve, diaristica narrativa vacanziera, credo che la riflessione si delinei da sè senza doverla argomentare più di tanto. Non parlerò poi dei musei: dovrei scrivere, ad esempio un post a sè sul Museo del Vetro di Murano, che vi consiglio di visitare per capire lo stato in cui versano gli allestimenti museografici italiani, nonostante gli sforzi del buon vecchio Ministro Franceschini. Ma vi potrei anche narrare le vicende di amici che hanno visitato musei a Firenze, nei quali mancavano le etichette esplicative di molti quadri o reperti archeologici in esposizione. Lo stato penoso in cui versa il turismo italiano dipende solo dagli italiani. Comincio davvero a pensare anch'io che diventa ogni giorno sempre più opportuno ipotizzare l'idea di trasferirsi in uno stato estero.   

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