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mercoledì 12 gennaio 2011

The Brøken, di Sean Ellis (2007)

In occasione della imminente nuova edizione dell' After Dark Horror Film Festival, ora rinominato After Dark Originals (vedi l'interessante post di Antonio D'Astoli, a questo proposito qui ), riposto mia recensione a quello che ritengo uno degli ultimi film degni di nota di un festival decisamente decaduto, soprattutto dal punto di vista dell'ispirazione creativa di chi vi partecipa. 



In una via di Londra, nel quartiere di Bayswater, la radiologa Gina pensa di vedere se stessa alla guida della propria auto. Sorpresa da questo strano evento, Gina segue la donna misteriosa fino al suo appartamento. Da qui, Gina scoprirà l'esistenza di un altro mondo parallelo che la perseguiterà non solo nei suoi incubi, ma anche nella sua vita reale.

Uno dei molti film interessanti che sarà difficile vedere nelle nostre sale è questo “The Broken”, del talentuoso e sperimentalista Sean Ellis, autore di “Cashback” (2005), che adesso si cimenta con questo vero e proprio esperimento horror che si ispira con chiarezza a Hitchcock e a David Lynch, sia nel modo di lavorare sulla suspense, sia nell’uso metafisico dell’immagine. Dico “metafisico” perché certi lentissimi piani-sequenza, nonché certi campi medi e lunghi, mi hanno riportato alla memoria certe vuote e silenziose tele di De Chirico. Infatti mai, come in un film come questo, avevo notato un matrimonio così riuscito tra storia narrata e una fotografia così evocativa e curata da risultare a tratti quasi maniacale. Sembra poi che ad Ellis non importi minimamente il gore, il sangue, le frattaglie sparse  in quanto tali (si veda a tale proposito la bellissima scena della doccia, in cui certo scorre molto sangue, ma che è così hitchcockiana pur andando oltre Hitchcock e innovando radicalmente il tema, che il sangue passa immediatamente in secondo piano). Ad Ellis interessa invece moltissimo l’angoscia di frammentazione dell’identità, nella quale ci avvolge con i suoi lenti movimenti di macchina operando seduttivamente sull’identificazione dello spettatore con la protagonista. Quando Gina si immerge nella vasca da bagno, ci immergiamo insieme a lei nel lungo silenzio inquietante della casa vuota del suo fidanzato (ma sarà poi davvero vuota?...) , e molti brividi ci scorrono lungo la schiena, senza che vediamo nulla di “realmente” spaventoso. Ellis gioca magistralmente col silenzio, col vuoto, con l’ellisse: si tratta di un cinema fatto di epokè, di sospensioni del tempo e dello spazio, entro le quali può succedere di tutto, ma soprattutto può succedere la cosa più terribile, cioè la frantumazione dell’Io, la perdita dei suoi confini. Lo “straniero-che-è-in-noi” invade improvvisamente la coscienza, e lo fa (non è un caso), attraverso lo specchio, che va appunto in frantumi: notevoli sono nel film i campi lunghi in soggettiva che ci fanno guardare da dentro lo specchio verso l’esterno, come a voler significare che lo spazio è dilatato, il “fuori” e il “dentro” sono mescolati, fusi, indistinti. Il senso metafisico del mistero e dell’estraneità è tanto più conturbante, tanto più lo ritroviamo calato in un ambiente di opulenza come la Londra dei quartieri residenziali, fatta di garage in cui scintillano Mercedes e BMW. Certo, agli amanti del gore puro il film potrà risultare freddo e trattenuto, così come la recitazione del cast, peraltro governato con mano ferma da un filmaker che ha in mente una sua ben chiara idea di cinema. Ciò non di meno “The Broken”  riverbera un suo fascino straniante che lo rende un piccolo gioiello nel suo genere. Titolo originale The Brøken Genere: Horror Regia: Sean Ellis.Sceneggiatura: Sean Ellis Fotografia: Angus Hudson Montaggio: Scott Thomas Musica: Guy Farley Nazione: Gran Bretagna, Francia Anno: 2007 Cast: Lena Headey, Richard Jenkins, Melvil Poupaud, Michelle Duncan, Asier Newman. Durata: 88 min. 

3 commenti:

  1. Grazie per il richiamo al blog, gentilissimo come sempre. Mi spiace tuttavia non trovarmi d'accordo con la tua comunque bell'analisi di questo Broken che ho trovato soporifero e poco ispirato. Nel tuo articolo hai usato dei termini come dilatato, silenzioso, metafisico e vuoto che dal canto mio userei per criticare il film, piuttosto che considerarli come punti a suo favore. Forse è un mio limite ma il troppo lasciarsi andare del regista ha travolto anche me, ma in senso negativo. D'altronde le pazienze sono soggettive quando si affronta un film. Se vuoi sapere la mia, degli After Dark salvo Borderland, Gravedancers e Ian stone e sicuramente qualcun'altro che dimentico...uno scarsissimo risultato visto che da questo festival sono usciti ben 32 film, non contando gli 8 nuovi. Un affettuoso saluto ;)

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  2. Caro Antonio, capisco naturalmente il tuo punto d vista, poiché in effetti il film di Ellis e' molto particolare e può certo non piacere, perché lento in alcuni punti. In verità non credo poi che abb riscosso grandi elogi da parte della critica, statunitense, inglese e non. In ogni caso a me e' piaciuto, probabilmente perché tocca mie corde particolari.

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  3. ho adorato cashback, secondo me un'autentica gemma purtroppo mai distribuita in italia.
    questo broken mi ha leggermente deluso. la regia è sempre ottima e l'atmosfera molto ben costruita, ma forse a livello di sceneggiatura il film si perde un pochino.
    comunque è una pellicola di notevole fascino, e questo non è poco

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