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venerdì 18 febbraio 2011

Io e te, di Niccolò Ammaniti (2010)





Anno: 2010 Editore: Einaudi - Collana "Stile Libero Big" Pagine: 121 
ISBN: 9788806206802  Euro: 10,00


Ho deciso di segnalare l'ultimo libro di Niccolò Ammaniti, poiché penso che nel panorama della letteratura italiana contemporanea questo autore sia dotato di un talento narrativo e immaginifico di rara intensità. La scrittura di "Io e te" appare infatti fresca, ariosa, capace di farci entrare nell'anima di un ragazzino di quindici anni e di farci sentire la levità del pensiero di un adolescente, come mai mi era capitato di leggere in un romanzo. Una levità insostenibile, naturalmente, come la kunderiana "leggerezza dell'essere". "Io e te" è infatti un libro che, a un primo, fuggevole sguardo, sembra una cosina da liceali timidi e complessati. Questo accade fino alla penultima pagina: dopodiché il narratore ti sferra una mazzata improvvisa proprio nell'ultima paginetta, il cui contenuto ovviamente non rivelo. L'ultima pagina diventa quindi quella più fondamentale del libro, nel senso che getta luci profondissime su tutto ciò che viene narrato precedentemente, chiudendo l'arco di una prosa che assume senso, in modo epifanico. Freud direbbe, probabilmente, che ci troviamo di fronte all'espressione letteraria della cosiddetta Nachtreglichkeit, cioè della "comprensione a posteriori" dei fatti e delle esperienze che ci accadono, e che questa è una caratteristica essenziale della nostra mente. "Io e te" sembra un inno al Tempo-della-Vita, al suo tragico, continuo farsi e disfarsi attraverso infiniti momenti di Nachtreglichkeit. Notevole poi il fatto che Ammaniti scelga proprio l'adolescenza, momento di destrutturazione formativa dell'identità, per parlarci di questo fenomeno insito nel modo in cui noi tutti percepiamo il nostro tempo vissuto. E l'autore è egregiamente capace di rendere mediante il "tempo raccontato" il "tempo vissuto" di un quindicenne alle prese con il suo affacciarsi contorto nell'età adulta. L'effetto dell'ultima pagina è tuttavia davvero straniante (fino a sfiorare il perturbante, soprattutto perché immette all'interno dei legami familiari un elemento profondamente oscuro e imperscrutabile che sconfina con il tema della "malattia"). "Io e te", in sintesi, è un romanzo che occorrerebbe adottare come testo obbligatorio nei licei di tutta Italia, un' Italia che sulla soglia dei suoi 150 anni, ha perso completamente ogni tipo di sensibilità verso i minorenni (e le minorenni), cioè proprio nei riguardi di ciò che rappresenta uno sguardo verso il suo futuro, come le cronache politiche ci obbligano purtroppo a constatare ogni giorno. Da leggere per riflettere sull'oggi e sul domani.

3 commenti:

  1. Lessi qualche anno fa "Come Dio Comanda" e devo dire che mi sorprese piacevolmente la crudeltà che questo autore riuscì a inserire nel racconto e sono felice di essere sulla tua stessa linea di pensiero. Nel senso che Ammaniti è uno dei pochi autori italiani di genere che riesco ancora ad affrontare senza conati di vomito.
    Mi hai incuriosito. Vista l'infinita quantità di libri che ho in coda, non so quando riuscirò a prenderne visione, ma data la brevità del racconto penso che lo metterò in alto sulla lista.

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  2. @ Eddy: Devo dire che anch'io non leggo praticamente nulla di italiano (a parte Carofiglio e Camilleri, che mi hanno anche un pò stufato, peraltro). Ammaniti mi ha però colpito molto favorevolmente :)

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  3. In data 15/1/2011 ebbimo - Perdona la peculiare forma berlusconiana - Uno scambio di vedute inerenti una qual certa "Fusione".
    Ritenesti opportuno segnalare come il signore di Arcore realizzasse le pervesione dei propri "Followers".
    Segnalo ora la "Metafora visiva" Che mi risparmiai.
    L' allontanamento dalla politica segna l' esegesi, l' apogeo del berlusconismo, il trionfo non tanto dell' uomo quanto della sua filosofia, invero, la definitiva costruzione piramidale di questo infido blob che tutto travolge. E' illogico non ribellarsi, tacere.
    In poche parole, siamo schiavi che non solo servono il re, ma lo ringraziano.
    La logica dell' italiano, para, appunto, in senso avverso alla libertà.
    Mi rendo conto che un simile ragionamento è quasi eretico rispetto alla logica comune, ma credo sia giusto.
    "Costruire la piramide, lamentarsene, continuare i lavori, ringraziare, obbedienti".
    La metafora, è tutta qui...
    Ps: "Vero, non recensisco. Non segnalo la motivazione, che puoi tranquillamente intuire".

    Cristian

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