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Qualche giorno fa mi è tornata tra le mani una piccola riproduzione di questo capolavoro dell'orrido artistico, che è la "Tentation de Saint Antoine" (Retable d'Issenheim, Musée d'Unterlinden - Colmar) di Mathis Gothart Nithart, meglio noto come Matthias Grünewald, pittore di Wurzburg, Germania, attivo tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500. La trovo decisamente perturbante, e quindi ve la sottopongo.
Sentite poi come il critico H. A. Schmid descriveva la poetica pittorica del nostro, già agli inizi del '900: "
" A Grünewald non interessano che l'espressione e il movimento. La norma, la misura, le proporzioni della figura umana (che Dürer perseguì per tutta vita) non lo hanno certamente interessato molto. le sue forme fisiche sono per lo più brutte, malaticce, impossibili o almeno fuori dall'ordinario, anche quando non si sacrifichi niente all'espressione. I volti sono asimmetrici, quasi in ogni dipinto si riscontrano arbitrii di disegno che hanno una giustificazione artistica; oppure tralascia il modellato, come avviene negli schizzi. Già questo fatto, e l'arbitrarietà delle proporzioni, dimostrano che l'artista non si è lasciato turbare da ciò che è anormale " | |
(H. A. Schmid, Die Gemälde und Zeichnungen von Matthias Grünewald, 1911) Matthias Grünewald: "Tentation de Saint Antoine", particolare. |
Legittimare i mostri interiori?
RispondiEliminaCristian
@ Cristian: bè, i "mostri" interiori si legittimano da sè :)
RispondiEliminaAngelo:
RispondiEliminaReputo incontrovertibile il reputarne fondamentale la conoscenza.
Cristian