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sabato 2 luglio 2011

The Woman, di Lucky McKee (2011)


Chris Cleek, un avvocato di successo che abita in campagna, scopre che nel bosco nei pressi dell'abitazione della sua famiglia vive una donna completamente selvaggia, che si nutre di animali e abita in una caverna. 
Chris la catturerà e si porrà l'obiettivo di "civilizzare" la donna selvaggia, cominciando a  torturarla dopo averla rinchiusa in uno scantinato. La sua famigliola naturalmente lo seguirà in questa nobile impresa, anche perchè in famiglia tutti sanno bene chi comanda...

Sollecitato (o solleticato? Le parole sono molto importanti da queste parti...) dall'importante recensione di Elvezio Sciallis che potete leggere QUI, mi volgo anch'io, con piacere sommo ad esprimere un parere su quest'ultima opera di Lucky MKee, del quale avevo a suo tempo elogiato "May" (2002) (vedi recensione qui). L'elemento che mi ha più colpito di questo suo ultimo film è la grande libertà associativo-estetica di questo regista, che non si lascia spaventare da uno sceneggiatore quale Jack Ketchum, ma che anzi valorizza il suo fondamentale contributo con la sua personale ispirazione creativo-visiva, libera appunto da qualsiasi pregiudizio o dogma o stereotipo horror-style. E sarebbe molto facile cadere nei suddetti pregiudizi, poichè il nucleo narrativo è qui ridotto all'osso: si tratta della "scena modello" ketchumiana per eccellenza, cioè la segregazione del femminile e la sua brutalizzazione da parte di un potere violento e senza senso, "scena modello" che può pericolosamente diventare ripetitiva e sterile, se non viene trattata da mano accorta e sensibile. Ma McKee aveva dimostrato rara sensibilità già in "May", e qui raffina ulteriormente il suo occhio, mediante il ricorso ad una essenzialità narrativa di rara, cristallina bellezza. Non sono presenti nessun pleonasmo, nessuna sbavatura, nessun bisogno di dire cose in più. "The Woman" è in questo senso un elogio dell'insaturità, dell'astinenza dalla ridondanza, dell'epochè di quella pulsione esibizionistica, che spesso muove molti produttori e registi che guardano al genere perturbante solo come a un business (e sono in molti, come si sa).  McKee non è interessato al business, ma solo al racconto, al modus narrandi, alla forma che diventa contenuto. E' ovvio che per poter realizzare questo suo interesse, che è anche il nostro, il regista debba lavorare con mano salda su un cast di grande qualità, e anche in questo caso ci azzecca in pieno posizionando una triade centrale di attori le cui performance sono davvero mirabili. Pollyanna McIntosh (la Donna) è capace di mettere in scena la primitività selvaggia della Natura Darwiniana in modo davvero straniante. Angela Bettis è una moglie masochista, succube e insieme complice della follia tirannica del marito, oltremodo inquietante nella sua passività patologica. Sean Bridgers (Chris Cleek, il capofamiglia) incarna il potere paterno sadico e simmetricamente isomorfo alla primitività della donna selvaggia che vorrebbe dominare. Ma, come dicevo, è la potenza del racconto a dominare la scena, potenza cioè della macchina da presa e di un montaggio (di un geniale Zach Passero) che sottolinea ricorsivamente i passaggi più intensi della sceneggiatura. La potenza narrativa di "The Woman" risiede, io credo, soprattutto nella molteplicità di piani cui rimanda una storia che si presta ad una molteplicità pluristratificata di letture. Prendiamo ad esempio una delle sequenze iniziali in cui la Donna trancia con un morso inaspettato un dito di Chris: c'è un piano simbolico-psicologico, che è quello della castrazione, ma è presente anche un piano filosofico, perchè potremmo vedere questa castrazione come lo scarto originario tra Uomo e Natura, che Chris vorrebbe onnipotentemente sanare, cercando di "civilizzare" un qualcosa non civilizzabile per definizione.  Ma è presente anche un piano di lettura sociologico, relativo a una denuncia del clima mafioso-omertoso di certe famiglie abusanti che sembrano sempre più soffondere il tessuto sociale, dai livelli più suburbani a quelli più altolocati (vedi le perversioni dei vari Strauss-Kahn e/o Berlusconi di turno). In tal senso l'uso degli effetti speciali e il ricorso ad alcuni spunti splatter sono solo funzionali alla struttura del racconto e sono ben lungi dall'essere buttati lì per colpire la pupilla dello spettatore ingenuo. "The Woman" non presuppone infatti uno spettatore ingenuo, al contrario richiede grande intelligenza e senso critico a chi guarda, elemento che lo innalza di molti metri sopra altri film di genere. Come ultima notazione a un film che va decisamente visto e studiato, desideravo riferirmi agli accostamenti a "Martyrs" di P. Laugier,  fatti da alcuni recensori (tra cui Elvezio Sciallis stesso, che citavo all'inizio). Non credo che "the Woman" sia paragonabile a "Martyrs", se non per una loro similare ed intrinseca risonanza etica e antipostmoderna. Per il resto sono film molto diversi, e per giunta "The Woman" credo si muova in territori ancor più chiaramente etici, poichè parla del potere e delle sue deformazioni patologiche, collocando questo discorso nel cuore della famiglia borghese contemporanea. "Martyrs" sposta il discorso etico, invece, all'interno di un universo più surreale, eccentrico, e in questo diventa meno "caldo", meno umano di questo "The Woman". Inutile ribadire quindi che se ne consiglia la visione. 
Regia: Lucky McKee Sceneggiatura: Lucky McKee, Jack Ketchum Fotografia: Alex Vendler Montaggio: Zach Passero Musica: Sean SpillaneCast: Pollyanna McIntosh, Sean Bridgers, Carlee Baker, Shana Barry, Marcia Bennett, Angela Bettis Nazione: USA Produzione: Moderciné Anno: 2011 Durata: 90


11 commenti:

  1. Bentornato! E che ritorno col botto. Bellissima recensione. Questo film merita di essere analizzato a fondo e da molteplici punti di vista...

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  2. Grazie Lucia. Avevo letto anche la tua recensione, molto intensa e sentita, come tuo solito.Questo film risolleva decisamente le sorti dell'"horror" contemporaneo. Purtroppo di McKee e di Laugier ce ne sono pochi :)

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  3. E per fortuna che ci sono, aggiungerei. Io me li faccio bastare. Mi ripagano da tanta spazzatura

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  4. Eccheccavolo! (Scusa per lo sfogo)
    Rimango solo io... vendetemi qualche ora di tempo!!!

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  5. @ Eddy: suvvìa, c'è tempo per tutto :)

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  6. Questo mi sa che è uno dei pezzi forti del 2011 e per questo non vorrei bruciarmelo subito. Se c'è un elemento che non mi convince a pieno è quello della donna primitiva, a mio parere un po' forzato e poco realistico, almeno sulla carta. Offspring (il film prequel) era mediocre alquanto, non so se tu hai avuto il (dis)piacere di guardarlo, ma in quel caso proprio la descrizione della tribù primitiva faceva storcere molto il naso.
    La tua recensione comunque è splendida, a prescindere dalla qualità del film ;)

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  7. @ Alan Parker (Antonio): non ho visto "Offspring" di cui avevo sentito cose non buone. In questo "The Woman" la "donna primitiva" credo sia solo un pretesto (un pre-testo?) estetico-simbolico per dire molte cose, anzi, molte più cose di quante ne estrinsechi il simbolo piuttosto banale (concordo con te) della donna selvaggia (di quasi rousseauiana memoria). Grazie in ogni caso per i complimenti per la rece, che non so se mi merito...:)

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  8. complimenti per la recensione. Questo film sembra molto interessante, speriamo bene :)

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  9. Ma come avete fatto a vederlo? Dove si trova ? Sono giorni che cerco in rete ma non sembra essere da nessuna parte...aiuto amici...ditemi dove' ..federico

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  10. anche io devo ancora vederlo. E' appena uscito, diamogli un po' di tempo per diffondersi e poi lo troveremo con più facilità ;)

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  11. Chiedo scusa per l'OT, dottor Moroni, ho bisogno di parlarle di Tao. Le sto scrivendo alla mail di Metaphora, può leggerla?

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