Pagine

giovedì 15 agosto 2013

The Conjuring, di James Wan (2013)


Nella cittadina di Harrisville, Rhode Island, arrivano gli investigatori del paranormale, di fama mondiale, Ed e Lorraine Warren, chiamati dai coniugi Perron, terrorizzati da oscure entità che infestano la fattoria nella quale si sono appena trasferiti insieme ai loro cinque figli. I Warren si troveranno ben presto invischiati nel caso più complesso ed inquietante della loro carriera...


Credo che gli appassionati del brivido perturbante debbano ringraziare James Wan il quale, come un paziente giardiniere, coltiva nella sua serra, con dedizione e somma perizia,  il genere cinematografico a noi caro. Nessuno come lui infatti, nel panorama del Perturbante filmico contemporaneo possiede mano più delicata e sapiente nel far nascere e crescere i fiori dell'horror mood. Come il suo collega Ti West, con cui può orgogliosamente andare a braccetto per le strade piene di caciara della comunità, e a testa molto alta, Wan genera talee e propaggini d'ansia che s'insinuano poi come liane di palude della Louisiana negli interstizi emaciati e infrolliti del nostro immaginario. Sceglie strumenti di casting impeccabilmente selezionati, come una Vera Farmiga che sembra un'orchidea nostalgicamente piegata dalle intemperie che scuotono il sottobosco; aggiusta il clima della serra-film ambientandolo negli anni '70, in una fattoria decrepita del Rhode Island; fertilizza il tutto presentandoci 5 tra bambini e ragazzi scelti con grande cura, che ci fanno assaporare il profumo di un'epoca infantile piena di angosce mixate con il gioco di mosca cieca; rinverdisce il genere haunted house iniettando incredibilmente nuova linfa in una pianta che sembrava ormai rinsecchita o marcia. Dopo averci regalato il primo "Saw" (2004) e poi i molto pensati e profondi "Dead Silence" (2007) e il più recente "Insidious" (2010) , ecco che il nostro sapiente giardiniere ci propone questo nuovo capitolo della sua poetica perturbante lasciandoci ancora una volta di stucco poiché  senza ricorrere a ingredienti pulp di sorta, è capace di generare angoscia sopraffina al solo tocco della cinepresa, soprattutto facendo "parlare" una "casa" mediante inquadrature di muri, quadri, vecchie sveglie, tende di trine, armadi, vecchi piatti da cucina, semplici suppellettili insignificanti per la maggior parte dei suoi colleghi cineasti, ma che lui sa trasformare magistralmente  in preziosi strumenti di tortura per i nostri fragili nervi. A mio avviso una delle sequenze più riuscite è per esempio quella in cui una delle figlie, dopo un climax sofisticato e sospensivo quant'altri mai, viene piano piano sollevata per i capelli dalla presenza maligna che infesta la fattoria, e poi sbattuta da una parte all'altra del salotto, mentre Ed  Warren e i suoi collaboratori, esterrefatti come noi, riprendono la scena con antiche cineprese super 8 (siano negli anni '70, cosa volete pretendere?). E' una sequenza in sé molto semplice, al limite dell'ovvio se non dello scontato, ma prende allo stomaco, tanto quanto quei due piccoli crocefissi che cadono traballando dal comò. Vi è poi quella carrellata da basso verso l'alto in cui è ripresa una delle bambine dei Perron che in cima al pianerottolo di una scala interna della casa, in piena notte chiama la sorella. Intorno a lei pareti di tappezzeria a fiori chiari e sulla sua testa la botola bianca dell'abbaino: la segnalo perché anch'essa molto semplice ma degna del Kubrick  di "The Shining" (1980), credetemi. Semplicemente agghiacciante perché capace di farci immaginare che da un momento all'altro possa succedere di tutto, sebbene poi, lì sul pianerottolo non succeda proprio nulla. E' da questa angolatura interpretativa che Wan è senza ombra di dubbio ormai un maestro conclamato, un maestro con la M maiuscola. Wan sa cioè evocare oggetti angoscianti in loro totale assenza, sa evocare davvero "fantasmi", ma quelli intrapsichici dello spettatore, sapendo che questi "fantasmi" sono "fantasmi delle origini" cioè nascono nella nostra infanzia. Wan infatti è anche maestro nel condurre in porto identificazioni tra l'Io dello spettatore e i personaggi, primi fra tutti i bambini. Siamo noi la bambina che scende le scale da sola nella notte di temporale, e Wan ci fa toccare la sua vulnerabilità e impotenza di fronte all'onnipotenza di un Ignoto Maligno che è insieme presente e assente, evocabile ma sempre nascosto: un Abisso che ci guarda e ci riguarda costantemente. E che dire poi di quella luce che prima era accesa sulle scale e che si spegne improvvisamente mentre la bambina (noi) sta per risalire in camera sua? Piccoli tocchi di pennello, leggere sforbiciate del solito delicato giardiniere, nato a Kuching, Malesia, il 26 febbraio 1977, cose leggere e apparentemente di superficie, ma che ci fanno intravedere il buio di una profondità che vorrebbe divorarci. Sonoro, luci, fotografia, fanno la loro parte nell'aprire il varco angoscioso che Wan ci indica, così come i silenzi, le pause, i vuoti, sempre densi di un pathos che ci incolla alla poltrona dal primo minuto all'ultimo. In quest'ottica, tutto sommato nel film i caratteri più "corposi", e mi riferisco soprattutto ai ruoli di Vera Farmiga (Lorraine Waaren), Patrick Wilson (Ed Warren), Ron Livingston (il padre), e Lili Taylor (la madre), seppur solidamente interpretati, scivolano in secondo piano, e giustamente. E' la casa, l'ambiente, ad assumere tutto il peso della storia. Si tratta di una casa-contenitore che risucchia e cattura chi pensa impunemente di abitarla senza pensare che i suoi muri trasudano storia e dolore. Si tratta di una sorta di orsacchiotto per bambini a rovescio: non rassicura il sonno del bambino stesso, ma lo riempie di incubi e terrore. La casa di Wan è cioè un oggetto transizionale winnicottiano capovolto, cioè un oggetto perturbante proprio nel senso in cui lo intendeva Freud nel suo famoso scritto (1919): un oggetto inanimato che prende vita, si anima e si fa portatore di angosce fino ad allora nascoste, ed ora risvegliate, come un "ritorno del rimosso" non gradito. Tutto questo è sottolineato da un crescendo di climax che si orienta gradatamente verso l'intensissima sequenza prefinale della possessione e dell'esorcismo, anch'essa naturalmente in stile Wan. Senza eccessi effettistici inutili, ma proprio per questo molto efficace anche perché interrotta da altre sequenze perfettamente condotte e cadenzate in montaggio alternato, in cui vediamo Drew (Shannon Kook), un collaboratore dei Warren, aggirarsi nel buio della terribile casa, alla prese con piccioni che volano impazziti tutt'intorno. Per tutti quanti i motivi descritti sin qui, ancora molti sentiti complimenti a James Wan, alla sua serra rigogliosa e viva, e molti auguri per un radioso futuro perturbante. "The Conjuring": certamente da vedere. 
Regia: James Wan  Soggetto e Sceneggiatura: Chad Hayes, Carey Hayes   Montaggio: Kirk. M. Morri Musiche: Joseph Bishara   Cast: Patrick Wilson, Vera Farmiga, Ron Livingston Lili Taylor, Mackenzie Foy, Joey King, Hayley McFarland, Shanley Caswell, Shannon Kook   Nazione:  USA  Produzione: Evergreen Media Group, New Line Cinema, Safran CompanyThe See    Durata: 112 min. 

19 commenti:

  1. uhm, non lo so, non mi ispira per niente, anche se la tua bella rece ammentto che un po di curiosità me l'ha messa.
    Il fatto è che, come ben sai, mal sopporto il filone ghost story (tranne rari casi) infatti sia Dead Silence che Insidious non mi han detto molto, film ben fatti sicuramente, ma alla lunga noiosetti e poco incisivi, imho.
    Forse lo vedrò questo Conjuring ma al cinema non credo.

    PS: Nel citare la filmografia di Wan, hai dimenticato l'ottimo e sottovalutato Death Sentence ;-) quello si chè un gran film e nessuno lo ricorda, fermo restando che per me il suo top rimane il primo indimenticabile Saw

    RispondiElimina
  2. @ Myers82: ti dirò, a me e' piaciuto molto questo film,a parte certe lungaggini forse un po' inutili nel secondo atto . Non sono d'accordo con te "Insidious" che ritengo un film davvero ottimo e innovativo. "Death Sentence" non l'ho citato solo perché non l'ho visto e non posso quindi esprimere un parere a riguardo . Ti ringrazio di avermelo citato: e' infatti probabile che a questo punto lo vedrò , dal momento che e' l'unico film di Wan che non ho visionato. Buon Ferragosto seppur tardivamente :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie ;-)
      Si Death Sentence recuperalo che merita un sacco ;)
      Insidious però oddio di innovativo non ci ho visto granchè, solita tiritera delle case infestate, il bimbo in contatto coi morti i medium e diavolacci, in questo caso uno pseudo demono cugino del ben più figo Darth Maul, senza contare che nel secondo tempo di Insidious non mancan diversi buchi di sceneggiatura, primo fra tutti, gli altri figli dei protagonisti spariscono nel nulla così senza un perchè e nessuno si chiede come mai, poi Wan secondo me ha fatto, nel finale un minestrone di roba passando dai demoni ai fantasmi in modo un po disordinato.
      Ergo, per me resta un filmetto da 6 e non di più infatti il sequel non mi interessa per niente questo Conjuring lo vedrò giusto perchè tutti ne palrano come di un capolavoro, beh vediamo un po se è vero ;-)

      Elimina
  3. a me invece ispira moltissimo e non vedo l'ora di vederlo!

    RispondiElimina
  4. Ho cambiato la mia opinione su Wan solo di recente, quindi aspetto questo con ansia!

    RispondiElimina
  5. @ Myers82: immagino quindi che anche il genio di Ti West scivoli sulla tue sensibili corazze come acqua sui sassi. O mi sbaglio? Non credo.

    @ Bradipo: fai bene, tra poco esce e credo che andrò a rivedermelo :)

    @ Maru: grazie della visita. Mi fai capire meglio come e perchè hai cambiato opinione su Wan? Dopo "Insidious", suppongo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esattamente! Prima avevo visto solo Saw e Dead Silence, e non mi avevano colpito particolarmente, il secondo poi è proprio mediocre. Insidious ha una prima metà splendida, che si perde un po', ma il gioco d'atmosfera mi piace molto, e spero di ritrovare un po' di fascino in questo! E mi intrometto su West, che è uno dei miei grandi amori del momento!

      Elimina
  6. sbagli, di West ho visto House of the devil e mi è piaciuto assai e ho visto anche Cabin Fever 2, carino.
    Cmq Wan e il suo talento li riconosco al 100% e gli sarò sempre grato per Jigsaw è solo che si è un po troppo fissato con sto filone dei fantasmi, infatti sono quasi contento che dopo Insidious 2 mi vada a fare Fast & Furious 7, pur essendo una saga poco più che mediocre mi incuriosisce vedere che approccio userà Wan e almeno poi non è un altra ghost story :-)

    RispondiElimina
  7. Wan è uno dei pochi nomi "horrorifici" che ormai riesce a generarmi un minimo di aspettativa. È uno dei pochi che ha capito come usare a dovere le scenografie e far leva sulle paure primordiali che ci portiamo dietro sin da piccoli, senza esagerazioni di sorta. Ringrazio i momenti "umoristici" di Insidious per aver stemperato la tensione altrimenti letale. In un paio di scene ci stavo per rimanere...
    Ti consiglio anche io di recuperare Death Sentence! È un revenge movie solidissimo e con un Kevin Bacon, attore che stimo fortemente, di gran spessore!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ammazza death addirittura??? pensa che io con Insidious non ti nascondo che ogni tanto mi è scappato qualche sbadiglio....

      D'accordo su Death Sentence, gran film e Bacon immenso come sempre

      Elimina
  8. @ Myers: ho sempre pensato che Wan fosse un regista in formazione. E che "Saw" fosse, come infatti è, un film d'esordio molto ben riuscito, ma non molto di più, probabilmente. Mi fa piacere che Ti West muova le tue corde, mi sarei preoccupato del contrario. Infatti il mio commento precedente era un test :))

    @ Death: sono d'accordo Wan va a toccare corde profonde. A mio avviso di strada ne deve fare ancora, cioè ci vedo delle ulteriori potenzialità che vanno lavorate e rifinite perché risplendano vividi i colori della farfala, dopo il suo stato di crisalide. Il fatto che vada a girare "Fast & Furious7", come scrive Myers82, mi da da pensare, in negativo, ovviamente. Comunque vedremo. Accolgo a braccia aperte l'invito tuo e di Myers82 circa "Death Sencence", che cercherò al più presto.

    RispondiElimina
  9. Errata corrige: "farfalla" e no "farfala", al commento precedente.

    RispondiElimina
  10. uhm secondo me Saw è un esordio col botto e a tutt'ora il suo film più bello.
    Si si West lo conosco poco, ma quel poco che conosco mi garba assai;-)

    Su Fast 7 sono in parte d'accordo anche perchè pur amando in cinema d'azione la suddetta saga non mi ha mai preso più di tanto xò ho letto che Wan vuole dargli un approccio tutto suo e fare un revenge movie in puro stile anni 70, rozzo e violento e non patinato/hollywoodiano come i primi 6 capitoli ;-)

    Quindi ammetto di avere un po di curiosità x questo progetto

    RispondiElimina
  11. @ Myers: bè, proprio "col botto" "Saw" non mi era parso. Un buon esordio sì, originale per l'epoca in cui uscì. Poi l'ipersequel cui è stato sottoposto ha reso pure lui retrospettivamente piuttosto nefasto, a mio avviso. Su "Fast & Furious" non mi pronuncio. Forse lo vedrò, chissà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. per me è stato col botto eccome, non solo perchè ha creato l'unico villain degno di nota degli anni 00, ma per tutto, messa in scena, storia, violenza e quel finale che anche se conosco a memoria mi mette sempre i brividi, dopo si lo hanno sfruttato all'inferosimile coi sequel che cmq amando lo splatter e le icone/boogeyman, ho cmq apprezzato ;-)

      Elimina
  12. E due... ihih!
    Ti riporterei il commento che ho scritto da Lucia, ma lo puoi leggere lì.
    Ho una opinione molto negativa di Wan e se non fosse per the saw, come dice myers, potrei tranquillamente dimenticarmi della sua esistenza! ;)

    RispondiElimina
  13. @ Eddy: commentato da Lucia. Non mi ripeto qui. Adesso vengo a commentare il tuo ultimo post. Un caro saluto.

    RispondiElimina
  14. Dunque psiche torno ora dal cinema, mi è piaciuto ma ritengo che tutti lo sitate un po sopravvalutando.
    I pregi: regia ottima, impeccabile, Wan gira da vero autore, attori bravi e per esser una ghost story (genere che come sai mi annoia) questo non mi ha annoiato e si è lasciato seguire bene dall'inizio alla fine.

    difetti: è la fiera del già visto, colmo di clichè dall'inizio alla fine, la solita porta che sbatte nella notta, la bimba che parla col fantasma, i mediumo super cazzutti che non sbagliano un colpo e poi dai il finale è veramente di un buonismo fastidioso.

    QUindi nel complesso un film interessante che merita la visione, ma di certo non è sto gran capolavoro che molti (critici compresi ) decantano.

    Cmq entro sta sera posto la rece nel blog

    RispondiElimina
  15. @ ps Eddy, di Wan se non l'hai visto ti consiglio Death Sentence è un gran bel noir

    RispondiElimina