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sabato 5 ottobre 2013

La maledizione di Chucky, di Don Mancini (2013)



Costretta fin dalla nascita a stare su una sedia a rotelle, la giovane Nica ha da poco perso la madre. Per il funerale della donna, Nica si troverà costretta a vivere con Barb, sua sorella maggiore, donna attraversata da interessi famelici e perversioni inconfessate. Insieme alla donna abiteranno temporaneamente con lei Jan, marito di Barb, Jill, la babysitter di Alice, 5 anni, figlia di Barb e Jan. Il gruppetto familiare sarà ben presto coinvolto in una serie di "sfortunati eventi" che sembrano tutti rimandare a Chucky, una bambola che è stata appena recapitata da un corriere espresso presso la casa di Nica...

"La Maledizione di Chucky", titolo italiano dell'originale "Curse of Chucky" di Don Mancini, è un film debolissimo, scritto malissimo, girato con banalità e superficialità estreme e che non riceve supporto da nessun dei comparti produttivi che lo compongono: fotografia (scialbissima ed inutilmente cupa in alcuni punti), musiche (pompose e assordanti a commentare sequenze che non procurano la benché minima inquietudine), effetti speciali (ridicoli e totalmente irrealistici), sono tutti elementi che al contrario aiutano a mandare velocemente al macero una pellicola che si propone come il sesto capitolo della saga di "Cucky la bambola assassina", nata da un'idea dello stesso Don Mancini nei lontani, lontanissimi anni anni '80, e di cui ricordiamo qui di seguito la cronologia per motivi di filologia storica: "La bambola assassina" (1988), di Tom Holland; "La bambola assassina 2" (1990), di John Lafia; "La bambola assassina 3" (1991), di Jack Bender; "La sposa di Chucky" (1998), di Ronny Yu; "Il figlio di Chucky" (2004), di Don Mancini. Rispetto ai citati precedenti non c'è in realtà molto da dire su questo film, che parte malissimo con l'introduzione di questo quadretto familiare americano, del tutto inverosimile, finto come un prodotto di supermercato di serie B, privo di qualsiasi spessore introspettivo-psicologico, e con la tragica aggiunta, molto trendy, della scenetta lesbo tra Barb e Jill, forse volta a sedurre qualche adolescente-ultimo-dei-mohicani che ancora non conosce le delizie seduttive di internet (ma quando mai?). Don Mancini la tira in lungo (per circa 40 minuti, non so se mi spiego) con i parenti di Nica, concludendo il prologo infinito con la sequenza della cena che è quanto di più insipido e incolore abbia mai visto in un film cosiddetto "perturbante". Come insipidi e incolori sono tutti gli attori del cast, a partire dal sacerdote, personaggio plastificato e superfluo quant'altri mai. Passi pure il sacerdote, che morrà rapidamente decapitato com'è d'uopo, ma che dire della protagonista, Nica? Una Fiona Dourif in carrozzina che forse avrebbe bisogno di tornare a studiare un pochetto recitazione in una scuola a sua scelta, considerata una performance che produce un effetto molto più intenso di un sonnifero, e dovrebbe quindi essere suggerita come sponsor di qualche casa farmaceutica, oppure indicata come presidio medico ai medici di base. L'azione soporifera della Dourif si diffonde a tutto il resto del cast, e si muove entro una sceneggiatura che sembra costruita apposta per attori che appunto in costante crisi narcolettica invece di lavorare, almeno cercando di iniettare qualche seppur minima dose di adrenalina nelle vene dello spettatore. La sceneggiatura, giustappunto: una storia ondivaga e improbabile, senza nessuna spina dorsale, tutta orchestrata su espedienti creativi che mio figlio di 8 anni avrebbe saputo immaginarsi molto meglio, vedansi gli esempi ridicolissimi della videoconferenza di Barb e Jill dalle rispettive camere da letto, oppure la sequenza in cui Jan si mette i tappi nelle orecchie per dormire e in questo modo non sente gli urli di sua moglie mentre viene uccisa da Chucky, in soffitta. Neppure il ricorso al gore assume una qualche funzione bene in questo film, nemmeno la sequenza dell'enucleazione di Barb riesce ad essere girata con una qualche tonalità davvero horror, per tacere della sequenza in cui Nica afferra per la lama il coltello di Chucky mentre si trova chiusa nell'ascensore. Deve essere proprio scema se desidera tagliarsi a fette le mani da sola, la povera, sfortunata ragazza. Utilizzo, come vedete, un tono volutamente ironico poichè "La maledizione di Chucky" in fondo fa solo tenerezza per la futilità e vacuità estetica totale con cui è pensato, scritto e girato. Sorprende che un regista come Mancini, ispiratore del primo film sulla bambola assassina, e quindi un mito vivente per molti fan della saga, non abbia sentito fortemente la responsabilità di essere dietro la macchina da presa nel girare nel 2013 un altro episodio di una serie così famosa e importante per il genere. Problemi di budget, di longa manus della produzione? Può darsi benissimo, tuttavia la mia impressione è che si tratti solo di assenza di neuroni, cioè di pensiero. Punto e basta. Due parole, per concludere queste mie considerazioni, sul bambolotto infernale, al cui interno alberga l'animo malvagio del famoso serial killer che risponde al nome di Charles Lee Ray. Personalmente a me non ha mai fatto nessun effetto particolare, anzi l'ho sempre trovato insulso e poco perturbante, a parte il primo film, naturalmente, con la sequenza della sparatoria finale in cui Ray cade nel negozio sulle scatole di bambole (sequenza con un certo suo carattere suggestivo e che tutti ricordiamo). In quest'ultimo film di Mancini il bambolotto è semplicemente grottesco e non muove nessuna angoscia, tanto meno lo possiamo ascrivere ad una qualche area della categoria del "Perturbante". Torniamo a leggerci Freud, piuttosto, quando ci parla dell'inquietante racconto di E.T. Hoffmann, "Il mago sabbiolino". Forse proprio Freud dovrebbe leggere Mancini prima di rimettersi all'opera, altrimenti occorre inventare una nuova categoria o un nuovo genere per i film che ci propone. Categoria limitrofa a quella che contiene i film con Alvaro Vitali, sebbene non precisamente coincidente con essa. "La maledizione di Chucky": da evitare come, appunto, una maledizione.     Regia: Don Mancini   Soggetto e Scenggiatura: Don Mancini  Fotografia: Michael Marshall  Montaggio: James Coblentz   Musiche: Joseph LoDuca Cast: Brad Dourif, Fiona Dourif, Danielle Bisutti, Maitland McConnell, Chantal Quesnelle, A. Martinez, Brennan Elliott   Nazione: USA   Produzione: Universal 1440 Entertainment   Durata: 97 min.  

11 commenti:

  1. eh noooooooooooooooooo che mi scriviiiiiiiiiii???? mi massacri così il mio Chucky??? poi brutta fotografia??? a me è parsa ottima, la regia di Mancini molto classica con bellissime inquadrature e il cast per nulla male, la figlia di Brad, Fiona appunto è stata brava e poi tutti i vari camei e rimandi (specie quello dopo i titoli di coda), ovvio se il personaggio in se e la saga in se non ti fanno impazzire ovvio che il film non lo amerai come me che invece reputo questa saga una delle migliori, ma ero certo che anche tu avresti apprezzato la sottile critica che Mancini fa verso certe ipocrisie dell'istituzione familiare e religiosa e dopo due film (stupendi eh) come la sposa e il figlio dove cmq era l'ironia a far da padrone, secondo me Chucky è tornato cupo e cattivo come i bei tempi d'oro

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  2. @ Myers82: caro Myers, immaginavo di ferire al cuore uno miti fondativi del tuo immaginario filmico, e me ne dispiace molto, come potrai ben capire. Tuttavia il mio personale, personalissimo, senso critico-cinematografico, che da anni coltivo cercando di integrarlo con alcuni concetti ripresi dalla pratica e dalla teoria psicoanalitiche di cui mi occupo da tempo, ha mosso in me più di una perplessità circa questo film di Mancini, che, in primis, non ho trovato affatto "perturbante". Noioso sì, ma perturbante certo che no, da qualsiasi punto di vista possiamo intendere il termine "perturbante". A te ha spaventato? Mi sai dire in che punto? Rispetto a quali accorgimenti tecnici o di sceneggiatura che tu ravvisi essere stati efficaci in tal senso? La critica alla religione e all'ipocrisia familiare, poi, è resa in modo molto, molto edulcorato, banale, squadrato a colpi di scure. La sequenza iniziale della morte della madre di Nica, tanto per dirne una, consiste solo in una macchia di sangue che si allarga sul pavimento. Non vediamo altro. Dov'è qui, cinematograficamente parlando (cioè visivamente, esteticamente) la "critica alla famiglia"? Ed' "critica alla religione" far morire in un incidente stradale, anche quello neanche ripreso per cinque secondi, un prete già di per sè simpatico ed espressivo come uno stoccafisso norvegese appeso ad una casa di Bergen in un giorno grigio di novembre? Ma andiamo, ci vuole ben altro spessore per fare critica sociale attraverso un'attività artistica che peraltro attiene alla cosiddetta "cultura popolare" come il "cinema horror". Ripensiamo a Romero, allora, al primo Carpenter di "Essi vivono" (1988), e a cose di questo tenore, non a questo Mancini, molto televisivo invece, come ha scritto saggiamente anche il mio amico Simone Corà nella sua recensione. Buona domenica.

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  3. beh aspetta, anche io nella mia rece ho detto che questi aspetti sono giusto accennati, in fondo si tratta di un film della saga di chucky, saga che non vuole certo avere ambizioni di denuncia ,ma provo a spiegarti come secondo me il mitico Don ha "criticato " tali istituzioni: l'ingresso in scena del prete, Nica gli dice "io e mia madre e molto che non andiamo in chiesa e so come è visto il suicidio da tale istituzione" e lui in modo palesemente falso e arrogante le dice " tranquilla noi non giudichiamo, noi abbiamo pietà" li è palese la critica dato che la maggior parte delle persone di chiesa (non tutte eh ) sono ipocriti che criticano gli altri.
    Barb poi, vuol fare la mammina bigotta che si scandalizza quando Alice le dice "Chucky ha detto che dio non esiste" poi di nascosto va a lesbicare con la tata...
    L'isitiuzione famigliare, il rapporto praticamente morto tra Ian e Barb i quali all'apparenza fan di tutto per mascherarne la falsità, il fatto che Barb punta solo a sbarazzarsi della sorella invalida ecc... tutti punti che a me han fatto riflettere e che ho trovato interessanti.
    La morte della madre, non ci crederai ma è una delle mie scene preferite proprio perchè non si vede nulla ma lo si intuisce (che poi cmq nei flashback si vede come Chucky la uccide, con le forbici mi pare) i titoli di testa con la cinepresa che gira intorno a Chucky mentre scorrono i titoli, registicamente li ho trovati favolosi.
    Paura??? Ovvio che non mi ha fatto paura, nella mia vita solo due film mi han spaventato (It e Misery) ma l'atmosfera di questo film è più cupa rispetto a quella degli ultimi due.
    Se conti che Mancini aveva un budget limitato, ha fatto imho un lavoro straordinario, e poi dai la scena dopo i titoli di coda non mi dire che non è una chicca e poi quando Chucky è in scena è sempre un figo, con la sua cattiveria e il suo black humor.
    In conclusione un film che è già nel mio cuore e il 20 novembre quando uscirà il dvd sarò in prima fila ;-)
    Scusa la lunghezza :-)

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  4. Anche se ho capito che non ti è esattamente piaciuto, leggo con calma e poi commento ;)

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  5. ps quelli di cineblog sono dalla mia parte :-)

    http://www.cineblog.it/post/315839/la-maledizione-di-chucky-recensione-in-anteprima

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  6. uh che brutta notizia mi hai dato...ce l'ho pronto da vedere ma un po' mi hai smontato...

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  7. Vaccalogia se l'hai distrutto! :)
    Tu e Simone siete dalla stessa parte, io sinceramente non l'ho affatto schifato. Anzi, me lo sono pure goducchiato. Poi le miserie tecniche ci sono e sono indubbie.
    A me la prima parte senza bambola non è dispiaciuta, poi cala di brutto ma nel finale si riattizza con una bella trovata.
    Sono più propenso ad appoggiare Myers stavolta... ;)

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  8. grande eddy mi fa piacere che tu l'abbia apprezza, la scena post credits è geniale

    @ bradipo
    Se sei smontato leggi la mia rece o quella di cineblog che ho postato pocanzi, vedrai che ti ricarichi ;-) Io sono di parte ma questo film già lo amo con tutto il cuore, sto contando i giorni che mi separano dall'acquisto del dvd
    LUNGA VITA A CHUCKY

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  9. @ Eddy: boh, non so, sarà che sono andato nel week-end a vedere "Gravity", grande film da vedere e dove la regia è con la R maiuscola, ma più ripenso a questo film di Mancini, più mi appare come spazzatura indifferenziata. Non so che dirti, magari spiegami tu meglio che cosa ti sei "goducchiato" e che io mi sono sfortunatamente perso. Grazie dei commenti. Ciao :)

    @ Bradipo: Mi dispiace averti smontato un film che peraltro si smonta da solo senza bisogno di aiuti. In ogni caso vedilo, e dimmi se sei d'accordo con me e con Simone Corà, oppure con Myers, così generariamo due squadre di tifosi :)

    @ Myers82: vedi che il tuo Chucky è amato da molti? Tuttavia il piccolo campione che noi statisticamente rappresentiamo, dimostra che è in ogni caso un film che divide il pubblico e non lo unisce. Sei andato a vedere "Gravity"? Consiglio vivamente per rifarsi gli occhi da tutto ciò che li offusca (Chucky escluso, naturalmente). A presto :)

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    1. eh eh quel piccoletto non si può non amare, cmq ti ho spiegato meglio il mio punto di vista sulla critica mossa da Manicini, che ne pensi???
      Si Gravity mi ispira, se ho tempo vado a vederlo.

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  10. Azzo, opinione fortemente contrastante rispetto a quella dell'amico Fabio... non mi resta che attendere, visionare e giudicare :O

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