Pensato direttamente per il mercato dvd e blue-ray, questo “Mirrors 2” è di una inutilità sconcertante. Intanto si pone, con una notevole dose di malafede, come “sequel” del primo “Mirrors” di Alexandre Aja (2008), pur non essendolo affatto, facendo così un pessimo servizio al suo predecessore, per il semplice motivo che il film di Aja è solo un pretesto commerciale per vendere. Abbiamo qui il giovane Max, che dopo aver perso la ragazza in un tragico incidente da lui stesso causato, comincia a lavorare come guardiano notturno in un grande magazzino di Mayflowers, di proprietà del padre. Dopo aver preso servizio, comincia ad essere tormentato da visioni spettrali che gli appaiono nei soliti specchi dislocati nel centro commerciale. Il tema trito e ritrito della “colpa traumatica e persecutoria” è narrato con sciattezza imbarazzante da un Victor Garcia (che si è occupato degli effetti speciali in “Hellboy” nel 2004, per poi dedicarsi a mini-serie in tv) il cui scopo evidente è solo quello di confezionare un bel dvd, cioè uno specchietto per le allodole che gli faccia guadagnare un po’ di denaro. A tale scopo la fotografia molto ben curata di Lorenzo Senatore, le musiche stridenti di Frederik Wiedmann, e le scenografie molto fashion e trendy, diventano semplici espedienti diegetico-seduttivi per catturare l’occhio, a discapito di una coerenza estetica horror-oriented del tutto assente. Per esempio sono presenti alcune scene gore molto interessanti, nelle quali il sangue scorre, le teste sono abilmente mozzate (vedi la scena in cui Emmanuelle Vaugier è nella doccia), e il vetro degli specchi maledetti penetra nelle carni: tutta questa buona materia filmica è però subito raffreddata e resa inefficace, da un montaggio che corre come un cavallo imbizzarrito verso nuove seduzioni successive, nonché da una recitazione inesistente, da parte dei protagonisti. Max, interpretato da Nick Sthal, tenta di fare il tossico-in-psicoterapia, ma risulta solo inattendibile e dotato di uno spessore psicologico pari a quello di un paracarro. Sono anche ben costruite le sequenze in campo lungo degli esterni del grande magazzino, ma non si incastrano armonicamente con l’architettura visiva dell’insieme. Il film, per sovramercato, non spaventa affatto, ed è ben lontano dalle interessanti, morbose atmosfere del film di Aja. Si tratta quindi di una pellicola da vedere solo per amore di completismo filologico, oppure per la semplice curiosità di cogliere i movimenti antiestetici e puramente economici del mercato cinematografico statunitense. Per il resto siamo di fronte a spazzatura da buttare in discarica al più presto. Regia: Victor Garcia Sceneggiatura: Matt Venne Fotografia: Lorenzo Senatore Montaggio: Robb Sullivan Musica: Frederik Wiedmann Cast: Nick Stahl, William Katt, Emmanuelle Vaugier, Lawrence Turner, Stephanie Honore, Christy Carlson Romano, Jon Michael Davis, Evan Jones, Wayne Pere, Lance E. Nichols, Ann McKenzie, Jennifer Sipes Nazione: USA Produzione: Anno: 2010.
Pensato direttamente per il mercato dvd e blue-ray, questo “Mirrors 2” è di una inutilità sconcertante. Intanto si pone, con una notevole dose di malafede, come “sequel” del primo “Mirrors” di Alexandre Aja (2008), pur non essendolo affatto, facendo così un pessimo servizio al suo predecessore, per il semplice motivo che il film di Aja è solo un pretesto commerciale per vendere. Abbiamo qui il giovane Max, che dopo aver perso la ragazza in un tragico incidente da lui stesso causato, comincia a lavorare come guardiano notturno in un grande magazzino di Mayflowers, di proprietà del padre. Dopo aver preso servizio, comincia ad essere tormentato da visioni spettrali che gli appaiono nei soliti specchi dislocati nel centro commerciale. Il tema trito e ritrito della “colpa traumatica e persecutoria” è narrato con sciattezza imbarazzante da un Victor Garcia (che si è occupato degli effetti speciali in “Hellboy” nel 2004, per poi dedicarsi a mini-serie in tv) il cui scopo evidente è solo quello di confezionare un bel dvd, cioè uno specchietto per le allodole che gli faccia guadagnare un po’ di denaro. A tale scopo la fotografia molto ben curata di Lorenzo Senatore, le musiche stridenti di Frederik Wiedmann, e le scenografie molto fashion e trendy, diventano semplici espedienti diegetico-seduttivi per catturare l’occhio, a discapito di una coerenza estetica horror-oriented del tutto assente. Per esempio sono presenti alcune scene gore molto interessanti, nelle quali il sangue scorre, le teste sono abilmente mozzate (vedi la scena in cui Emmanuelle Vaugier è nella doccia), e il vetro degli specchi maledetti penetra nelle carni: tutta questa buona materia filmica è però subito raffreddata e resa inefficace, da un montaggio che corre come un cavallo imbizzarrito verso nuove seduzioni successive, nonché da una recitazione inesistente, da parte dei protagonisti. Max, interpretato da Nick Sthal, tenta di fare il tossico-in-psicoterapia, ma risulta solo inattendibile e dotato di uno spessore psicologico pari a quello di un paracarro. Sono anche ben costruite le sequenze in campo lungo degli esterni del grande magazzino, ma non si incastrano armonicamente con l’architettura visiva dell’insieme. Il film, per sovramercato, non spaventa affatto, ed è ben lontano dalle interessanti, morbose atmosfere del film di Aja. Si tratta quindi di una pellicola da vedere solo per amore di completismo filologico, oppure per la semplice curiosità di cogliere i movimenti antiestetici e puramente economici del mercato cinematografico statunitense. Per il resto siamo di fronte a spazzatura da buttare in discarica al più presto. Regia: Victor Garcia Sceneggiatura: Matt Venne Fotografia: Lorenzo Senatore Montaggio: Robb Sullivan Musica: Frederik Wiedmann Cast: Nick Stahl, William Katt, Emmanuelle Vaugier, Lawrence Turner, Stephanie Honore, Christy Carlson Romano, Jon Michael Davis, Evan Jones, Wayne Pere, Lance E. Nichols, Ann McKenzie, Jennifer Sipes Nazione: USA Produzione: Anno: 2010.
Insomma, il fallimento totale dei sequel americani. Qui in fondo ci speravo visto che il remake di Aja non era questo granchè :(
RispondiEliminaE' vero, Antonio, il film di Aja non era un granchè, e soprattutto il finale faceva cadere le braccia. Tuttavia questo "sequel" fa cadere tutto, non solo le braccia. E', cioè, un vero prolasso-sequel. Grazie della visita :)
RispondiElimina"Max, interpretato da Nick Sthal, tenta di fare il tossico-in-psicoterapia, ma risulta solo inattendibile e dotato di uno spessore psicologico pari a quello di un paracarro"
RispondiEliminahahahahaha mi hai fatto morire XDDDDD
..a noi già non era piaciuto il primo, figurarsi che effetto potrebbe farci questo -__-
*Asgaroth
ps mi ero persa il tuo passaggio di piattaforma! ne approfitto per darti il benvenuto su blogspot ^^
Grazie, carissima/e Asgaroth. Infatti non ho fatto ancora in tempo a contattare tutti gli amici linkati, e ti sono grato della visita. Seguo sempre il tuo blog, anche attraverso le vostre recensioni pubblicate si Cinemahorror.it e La Tela Nera, di cui condividiamo la presenza di recensori. Sono felice pure io di essere approdato su Blogspot poichè Splinder è una monnezza di piattaforma :)
RispondiEliminaGrazie per la friendship nei "followers", Asgaroth. Io già da tempo vi "seguo" :)
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