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domenica 28 novembre 2010

Skyline, di Greg e Colin Strause (2010)


Mi ricordo che negli anni ’70 uscì in Italia un film giapponese dal titolo “L’invasione degli astromostri” (1965, regia di Ishiro Honda). Lo andai a vedere con mio padre e mio fratello, entrambi grandi amanti del genere avventuroso e fantascientifico che in quel periodo andava per la maggiore. Avrò avuto circa 7-8 anni, ma quel film lo rammento ancora molto bene, con i due astronauti Fuji e Glenn che si spingono fino al misterioso pianeta X per negoziare con gli alieni il trasferimento di Godzilla sul pianeta extraterrestre, per combattere il terribile astro mostro King Ghidorah. I due astronauti terrestri scopriranno in seguito di essere stati truffati dagli alieni, che hanno invece l’unico scopo di distruggere l’umanità. Durante la visione di “Skyline” dei fratelli Strause (“Aliens vs Predators”, 2007), mi è tornato alla mente il vecchio film di Honda, datato, seppur intriso di un suo fascino d’antàn, anche nelle sue soluzioni pur patetiche ma comprensibili, considerato il periodo storico in cui è stato girato. Adesso invece abbiamo i meravigliosi effetti speciali e la CG più avanzata, quindi sulla base di queste nuove sicurezze tecnologiche, possiamo spingerci molto più in là dei primitivi godzilliani filmetti giapponesi di una volta. Esattamente questo ragionamento (tra lo sprezzante e il vanaglorioso) sembra aver attraversato le menti dei due fratelli Strause, sostenuti su questa linea dai due sceneggiatori, Cordes e O’Donnel, non accorgendosi, tutti quanti, che il loro film non si spinge affatto molto più lontano dal tessuto estetico di un film giapponese anni ’70. Questa mia piccola incursione recensoria nel mondo della sci-fi, un poco al di fuori dal cinema perturbante che di solito frequento, mi permette appunto di fare  alcune riflessioni circa il significato dell’effettistica e della CG, strumenti che sempre più spesso vengono (vanamente) utilizzati per sopperire a vuoti estetici tremendi. E’ proprio questo il caso di Skyline. Ma veniamo alla storia, dunque: dopo una notte di bagordi, nella città di Los Angeles, un gruppo di amici riuniti in un appartamento di lusso ai piani alti di un grattacielo residenziale, nota strane luci azzure scendere dal cielo. I misteriosi raggi svegliano tutta la città, attirando verso l’alto gli attoniti cittadini, come falene attirate dalla luce di un lampione. I ragazzi, tra cui il ventiquattrenne Jarrod (Eric Balfour) e la sua fidanzata incinta Elaine (Scottie Thompson), scopriranno ben presto che è cominciata una guerra per la sopravvivenza contro mostruosi alieni che hanno appena iniziato a invadere la Terra. Su questa base narrativa, il film appare diviso in tre parti: nella prima assistiamo alla resistenza passiva del gruppo, chiuso all’interno dell’appartamento, un po’ come i protagonisti di “The Mist” (2007), chiusi dentro il supermercato. Nella seconda parte, il gruppo si riorganizza, con l’arrivo di un nuovo personaggio, Oliver (David Zayas), dai connotati paterni, protettivi, per poi subito scomporsi, aprendosi verso l’esterno, con la fuga di Jarrod e Alaine sui tetti, nel disperato tentativo di raggiungere un elicottero dell’esercito. La terza parte è la più orrida e incomprensibile, nella quale Elaine viene risucchiata all’interno di un’astronave aliena e ingaggia una lotta ultimativa con un alieno che più improbabile non si può. Su questo duello tra donna incinta e mostro, si chiude in modo bizzarro e squilibratissimo, un film caratterizzato da un andamento della storia altalenante, inframmezzato da dialoghi noiosi e poco credibili, nel quale vediamo mostri che scimmiottano il gigantesco alieno di “Cloverfield” (2008), per poi diventare dei pronipoti di Godzilla o di King Kong, dai quali sembrerebbe abbian ereditato il piacere di scalare grattacieli. Che senso poi abbia la luce azzurra che scende dal cielo con l’entrata in scena degli “astromostri”, nonché con tutto il resto, solo Dio lo sa, ma alla fine della fiera direi che è un semplice espediente per esibire qualche effetto speciale in più, tanto per gradire. Difatti è l’elemento special effects che evidenzia maggiormente, per contrasto, la debolezza complessiva di un prodotto che parte da un budget già ridotto (circa 500.000 dollari), e ha tuttavia la pretesa di stupire e innovare, ma semplicemente rimasticando stereotipi fantascientifici consumati, “vendendoli” come  cosa nuova. Il risultato finale non è altro che una zuppa maleodorante nella quale gli ingredienti sono accostati e mischiati malissimo da uno chef che vuole rischiare a tutti i costi per risultare brillante. Dopo il niente affatto brillante “Aliens vs Predators”, i due chef Strause, avrebbero dovuto, al contrario, fermarsi ancora un po’ a riflettere sul loro precedente fallimento, nonché  studiarsi la storia del genere sci-fi. I due maramaldi, non contenti, sembra invece stiano già pensando a un sequel. “Skyline”: del tutto sconsigliato. REGIA: Greg Strause, Colin Strause SCENEGGIATURA: Joshua Cordes, Liam O'Donnell CAST: Eric Balfour, Scottie Thompson, David Zayas, Donald Faison, Brittany Daniel, Neil Hopkins, Crystal Reed, J. Paul Boehmer, Tanya Newbould, Pam Levin, Phet Mahathongdy, Tony Black FOTOGRAFIA: Michael Watson MONTAGGIO: Nicholas Wayman-Harris PRODUZIONE: Black Monday Film Services, Hydraulx, Relativity Media NAZIONE: USA  ANNO: 2010 DURATA: 92 Min FORMATO: Colore GENERE: Fantascienza, Thriller, Horror.

10 commenti:

  1. Mi domando se il più delle volte l' impazienza di stupire valga la messa o se - Come Credo - Non allontani dal prefissato obiettivo pronto a richiamarsi ad una costanza che, invero, gioverebbe.
    Se ogni separazione è un nesso, la non specifica risposta è scritta tra le righe, il selciato da calcare, chiaro.
    L' uomo è spesso aduso a sviluppare problemi che non riuscirà a risolvere, come colui che s' ostina - Cieco - a picchiare la testa contro il muro, lamentandosene.
    Il cavaliere di Samarcanda trovò la stupita morte nel tentativo di sfuggirle, esempio che amo.
    Pianeta "X".
    Viaggiare controvento è sindrome da utopia.
    E l' ora, tirando a morire, non cambia mai.
    E' l' ulcera ad aumentare...

    Stilando una considerazione finale - E molto personale - Pretendo la verità mi venga gettata in faccia.
    Una delle tante ragioni per cui, detto fra noi, lascerò quell' inutile spazio d' etere denominato chatline, ove "Vince" Chi mente financo sapendo di mentire.
    Uno sdoppiamento di persona e l' illusione d' accommiatarsi dalle proprie mancanze.
    Caro mio...Molto meglio un serio analista.
    Divagazione sul tema, forse.
    Ma tributo all' osservazione e voglia d' acculturarsi.

    P.S: "Ti piace Benigni"?
    Io, l' amo...

    Cris...

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  2. @Cristian: finalmente siamo riusciti a incrociarci anche qui. Come capita spesso, rispondere a un tuo commento richiede Tempo e Pensiero. Quando scrivi per esempio che hai intenzione di abbandonare la "chatline", significa che è una decisione definitiva, e non ti si potrà più trovare lì? Che questa tua eventuale decisione rimandi poi al fatto che sia "molto meglio un serio analista", non ho mai avuto molti dubbi, qualcuno sì, ma non molti (ma questa è una mia deformazione professionale di parte, naturalmente...). Rispetto a Benigni, lo trovo geniale: a "Vieni via con me" è stato straordinario :)

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  3. Grazie per la tua provvidenziale rece. Sembra che questo Skyline non sia un film granchè ragionato e in grado di aggiornare degnamente il genere di appartenenza. Ne farò decisamente a meno, poi non so se riuscirei a reggere la vista di un enorme carico di CG scadente. Detto tra noi, per me Cloverfield era una bufala gigantesca ;)

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  4. @ Antonio: dissento su "Cloverfield", che mi è parso invece innovare il genere, a modo suo, naturalmente, e con un senso di tragicità aleggiante che porta il film verso un finale perfettamente "murato". In questo "Skyline", non è che la CG sia scadente, ma cerca di supplire a mancanze strutturali madornali su altri livelli. E' questo che imputo a questo film. Gli imputo una "insostenibile leggerezza dell'essere" :)

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  5. Provo un senso di fastidio ad esprimermi come l' ultimo Lucio Battisti, dei cui testi - Perdona - Non si capiva un cazzo.
    Mi riallaccio alla risposta data ad Antonio: " Credo che quasi sempre l' estrinsecare in modalità incomprensibile il mio pensiero, altro non sia che l'affannosa ricerca di supplire a mancanze strutturali fondamentali".
    Tale concezione porta ad ineluttabile allontanarsi da mai espresse potenzialità riversate in altre aree del mio essere, rifuggite, come fece il cavaliere di Samarcanda, prendendo l' opposta strada.
    Rispondo alle tue domande: "Sì, voglio abbandonare quell' inutile chatline ove ci si vende per il proprio manichino, tracciando la propria soap opera, lasciando indietro se stessi, ma, prima, mi premerebbe portare fuori da quella palude una donna, ragazza madre, Dio le doni il tempo necessario, per carità, ma vederla irrealizzata, credimi, m' irrita terribilmente".
    Secondo: "Se riterrò opportuno recarmi da un analista, lo farò. E per una ragione, netta: Se entro in uno studio e discuto, il suddetto professore ha un vantaggio ad incastro, ovvero, domanda spontaneità in chiara contraddizione con l' interloquire, costituito dal mio parlare e dal suo ascoltare".
    Credo che il ricavo - Sempre Godel non sia un idiota - Derivi da un' elevazione del mio punto di vista, modello matrioska, per capirci.
    Concludendo, miro a porre in moto qualsiasi forza ausiliare al fine di ritagliarmi un dignitoso posto nel mondo.
    Chi sono, credimi, lo so benissimo.

    Cristian...

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  6. @ Cristian: uno psicoanalista è tutto fuorché un "professore", innanzitutto perchè è colui che meno sa, pur essendo supposto sapere tutto (dal paziente, che di sè è colui che sa di più, pur non sapendolo):)

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  7. Angelo:

    E' datore di lavoro ed operaio, immagino.
    Un rischio, per ambedue.

    Cristian...

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  8. @ Cristian: il Datore di Lavoro è sempre l'Inconscio (almeno in analisi, voglio dire) :)

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  9. La CG del film è tutt'altro che scadente...

    Il recensore, dicendo che la donna incinta alla fine ingaggia battaglia col mostro, si è evidentemente distratto: il mostro è il suo fidanzato il cui cervello è stato asportato e inserito in un corpo alieno, ma lui riesce misteriosamente a conservarne la volontà, infatti dopo un gesto affettuoso verso di lei, si lancia contro gli altri alieni e lì finisce la pellicola.
    Con questo non voglio dire che il finale non sia una cavolata colossale.

    Gli ultimi 5 minuti rovinano un film che si potrebbe parzialmente salvare a mio parere: sicuramente da buttare i dialoghi e una assoluta mancanza di pathos, lontanissimo da un independence day o armaggeddon.
    Per molti spettatori credo sia poi fastidiosa la mancanza di una visione globale: non ci sono discorsi del Presidente, non si capisce come il mondo stia tentando di organizzarsi... la resistenza umana è debole e inutile.

    È uno scampolo, visto dal basso della condizione umana, di quello che ritengo il più probabile tra i possibili nostri incontri con civiltà aliene: fuga avanti e indietro come un topo nel barile, fino alla inevitabile distruzione e assorbimento.

    Detto ciò gli mancano tante altre cose, e il finale è osceno...

    Tutto ciò naturalmente, a mio sommesso parere.

    Saluti

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  10. Concordo con Anonimo che prima di scrivere bisognerebbe..osservare e non solo guardare distrattamente(mi riferisco al finale),tuttavia e curiosamente,da cio'che si legge da piu' parti nel web,e'molta la gente che il finale non l'ha proprio capito.A mio modesto parere invece e'proprio esso l'unica parte del film da salvare,quantomeno per l'originalita'.Per il resto il film fila via noiosamente e senza una prospettiva un po'piu trascendente rispetto a cio' che accade.

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