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lunedì 6 giugno 2011

Fertile Ground, di Adam Gierasch (2010)



Emily e Nate Weaver lasciano la città per il comfort di una casa rurale di famiglia di Nate nel New Hampshire. Lì, isolata e posseduta da visioni terribili, Emily scopre di essere incinta, mentre Nate viene invaso dallo spirito omicida di uno dei suoi avi. In una casa infestata dalle vittime passate, Emily scopre che lei è l'ultimo obiettivo di una lunga tradizione omicidiaria.

La piattezza al sapore di piombo delle nuove produzioni After Dark Originals è davvero sorprendente. Sorprendente soprattutto per l'attitudine quasi copiativa delle singole opere prodotte, che sembrano a tratti ripercorrersi stilisticamente le une le altre. Questo "Fertile Ground", per esempio ricorda molto, in alcuni punti, certe sequenze di "The Broken" di Sean Ellis (2008), in particolare nelle visioni trasfigurate e fantasmiformi del marito, nel momento in cui Emily fa sesso sul lettone della bisnonna di Nate. La "copiatività", inutile e dannosa, di questo film non si ferma qui, e rende il prodotto di Adam Gierasch  un vero "fertile ground" per il critico inferocito e arcistufo di beccarsi tra capo e collo queste tegole plumbee. Ad esempio molte insipide inquadrature della "casa", ricordano "Hamitiville Horror" (1979) di Stuart Rosenberg, senza ovviamente avvicinarsi neanche di un millimetro alla proposta estetica dell'originale. Per il resto la sceneggiatura a capitoli, che sembra addirittura scimiottare (somma ridicolaggine!) l"Antichrist" di Lars von Trier, fa il suo buon lavoro di seppellimento definitivo della pellicola ai livelli più bassi del deja-vu riscaldato e rifrullato horror-yankee che abbiamo mai visto fino ad ora. L'interpretazione attoriale è sciattissima e nessun colpo di genio anche casuale della regia riesce a risvegliare quei morti di sonno dei nostri Leisha Hailey (Emily) e Gale Harold (Nate). Anzi, a un certo punto del film non vediamo l'ora che si fracassino a vicenda la testa con qualsiasi corpo contundente che gli offriremmo volentieri noi stessi, almeno potessimo entrare magicamente nella storia. Colonna sonora in stile Carosello anni '70 (soprattutto nella prima parte del film), ed effetti speciali che presto evaporano via dalla nostra vista come neve al sole, fanno traballare la baracca fino al crollo finale in un secondo atto filmico che drammaturgicamente ha lo spessore di un'antina d'armadio per bambini dell'Ikea. Che dire, dunque? Direi che, ahimè, non ci siamo proprio. Nemmeno per quanto riguarda le visioni fantasmatiche degli avi omicidi di Nate. Salverei solamente una sequenza, ben fatta, quasi carpenteriana-delle-origini, cioè quella in cui Emily è ferma al semaforo che passa velocemente dal rosso, al verde, al giallo e viceversa, mentre la contadina bionda con in braccio il neonato la guarda con occhio enigmatico. Tale sequenza è interessante e produce una gestalt feminino-perturbante che non mi sarei aspettato: ma dura pochissimo, è una specie di brevissimo arcobaleno durante un ininterrotto acquazzone tropicale. Per concludere la consegna nell'oblio di questo film di Gierasch (autore di "Autopsy" - 2008 e "Mortuary" - 2005, dal quale forse non dovremmo aspettarci poi tanto, peraltro), aggiungerei che è molto, molto noioso, almeno per un'ora abbondante di minutaggio. E non è poco, che dite? Credo alfine che il tempo che ho dedicato a questo "Fertile Ground" sia sufficiente, anche per suggerire di allontanarci sempre più dalla After Dark, diventata in questi anni una specie di industria che produce carta carbone e matite copiative di pessima qualità. Sconsigliato. 
Regia: Adam Gierasch  Sceneggiatura: Jace Anderson, Adam Gierasch Cast: Gale Harold, Leisha Hailey,  Chelcie Ross, Jami Bassman, Kailah Combs, Ingrid Coree, Clint Curtis Nazione: USA Produzione: After Dark Films Durata: 95 min.

10 commenti:

  1. Mamma mia, quanta ragione hai!
    Non è tanto la bruttezza, è la mediocrità in cui certa robaccia ti fa sprofondare.
    E mi ero anche dimenticata della colonna sonora, invadente e pessima.
    Però sulla sequenza al semaforo ho aperto anche io una palpebra, quasi che il film avesse avuto un breve sussulto di orgoglio, subito annegato nell' abisso di monotonia e deja vù che è il suo elemento principale.
    Bellissima recensione!

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  2. Vista l'ora e le tonsille arrossate dalle ultime grida di odio, vado a letto e prendo a calci l'AD. Notte Psiche.
    Horror, where are you?

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  3. @ Lucia: grazie a te dell'attenzione. Anche nella tua recensione ho colto grande finezza di sguardo. D'altra parte dovremmo esserci ormai abituati a queste sbrodolate pseudo-perturbanti, ma forse è meglio meravigliarsi e stupirsi sempre. Anche la bruttezza (oltre che la bellezza) a volte è un mistero :=)

    @ Eddy: Sì, anch'io ogni tanto mi chiedo dov'è finito l'horror. Sembra non ci siano più grandi maestri in giro. Forse è un trend culturale contemporaneo. Come accade nel jazz: non c'è più un Miles Davies, un Ornette Coleman, un Coltrane. Ma forse non ha neanche senso aspettare il Messia, un nuovo "Martyrs" che chissà se verrà.:)

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  4. non ho ancora visto film della after dark, ma le impressioni che ho sentito in giro non invogliano molto a cimentarsi con queste visioni... :)

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  5. Ho notato che ogni film a cui dedico una pagina di anteprima nel mio blog, finisce quasi sempre per deludere! Sarà un caso ma la certezza che non dedicherò più un post per alzare le aspettative sull'after dark è quasi assoluta. Poi the broken a me aveva fatto decisamente pena, sonnacchioso come pochi, e se questo "terreno arido" lo ricorda, Dio ce ne scampi e liberi. L'unico film decente di Gierasch è Autopsy, per il resto lascia molto a desiderare. Comunque gli darò lo stesso una non troppo profonda occhiata, giusto per levarmelo di torno! Angelo, penso che ormai hai perso la voglia di vedere i rimanenti After Dark, dico bene? ;)

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  6. @ Alan Parker: caro Antonio, la After Dark mi ha intensamente deluso, ma non è che abbia del tutto perso la voglia di vederne i film. Poi ogni film a mio avviso va visto come opera singola. "Seconds Apart" non è malvagissimo, per esempio. Però quello che registro è che quasi tutti i film che ho visto della casa A.D. sembrano avvolti dalla stessa patina di opacità che sa - come dice bene Lucia - di stantio. E' un fenomeno comunque interessante da studiare, io penso, pur tenendo le debite distanze critiche, ovviamente.

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  7. A proposito di morti viventi, Beppe Grillo rispediva enfatizzando con la consueta impostazione vocale un' accusa d' incoerenza mossa da un altro manichino, l' andirivieni della nera onda anomala non colpisce solo chi cerca di smarcarsi da sottolineature mafiose esacerbanbo la propria reale posizione nella cupola. Così, mi sei venuto in mente, ho scritto.
    Cristian

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  8. @ Cristian: Grillo non mi è mai stato simpatico. Sì, ok, dice cose giuste sul piano contenutistico, ma poi mi sembra che lo dica con un tono del tipo "piove, governo ladro", e basta. Sul piano strategico poi che senso ha candidare un ventenne alle comunali di Milano? Bastava sostenere subito Pisapia e il nuovo sindaco di Milano avrebbe vinto senza neanche andare al ballottaggio. A me Grillo fa venire in mente un bambino rompicoglioni, bizzoso e martellante nelle sue richieste alla mamma, che ha avuto l'occasione di poter avvicinarsi molto (troppo) alla stanza dei bottoni. Staremo a vedere che sorte avrà il suo "movimento" - a Napoli per esempio non c'è stata proprio storia. Sarà un caso?

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  9. "Bizzoso bambino rompicoglioni, martellante nelle sue richieste alla mamma".
    Applaudo : )

    O stupido ragioniere dei potenti che finalmente ha l' occasione di fingere di pensare la politica faccia schifo così da instaurare la propria piccola monarchia ed incrementare i suoi lauti ricavi.
    L' enfasi - Domando, non affermo - Non è forse lo strumento preferito dai santoni da sagra?
    Cris...

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  10. @ Cristian: sarei più propenso a vedere Grillo sul versante "bizzoso bambino". Buon week-end :)

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