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martedì 9 novembre 2010

30 giorni di buio II, di Ben Ketai (2010)


Uscito direttamente per il mercato DVD e Blue-Ray, il sequel di “30 Days of Night” (2008, diretto da David Slade) è una mediocre prova registica che si fa guardare svogliatamente e semplicemente per rispetto all’opera cui si ispira, che è molto al di sopra  di questa inutile seconda parte. Lo script è confuso, soprattutto perché ambienta la storia nella città di Los Angeles, dove Stella si rifugia per cercare di farsi una nuova vita, dopo il massacro vampiresco di Barrow e l'atroce ed insieme eroica morte del marito Eben.  Los Angeles è una città molto lontana e differente dalla location provinciale e claustrofilica della originaria cittadina in Alaska, e  già questa scelta, dettata solo da stoltezza mentale, trasforma iconograficamente il film , avvicinandolo alle atmosfere di un “Blade” (1998), oppure di un “Daybreakers” (2009),  e rovinando così tutto il concept che stava alla base del film di Slade. L’originalità del primo “30 Giorni di buio” consisteva infatti nel circoscrivere una “storia di vampiri”, che avrebbe potuto risultare vieta e risaputa, all’interno di una comunità isolata e immersa dal gelo invernale. I vampiri erano lì poi fotografati in modo piuttosto innovativo, descrivendone bene l’inumanità e cattiveria, cioè il loro essere davvero “altri”, alieni, rispetto alla trista specie umana cui apparteniamo. In questo noioso film di Ben Ketai, nel quale le psicologie dei personaggi, nonché gli spentissimi dialoghi tendono ad addormentare lo spettatore, anche la potenza cieca e animalesca dei vampiri viene piegata all’espediente narrativo di far “incontrare” umani e alieni, riducendo così quasi a zero  il potenziale perturbante dei secondi. E’ questa una pessima scelta diegetica, un ingrediente ambiguo e confusivo che, unito al carattere inconsistente del gruppo di “eroi” umani cui si legherà Stella, produrrà l’effetto di far afflosciare velocente nel forno il soufflé.  Se andiamo poi a guardare nello specifico le sequenze “topiche” di film di questo genere, e cioè le scene di attacco da parte dei vampiri, non possiamo che registrare una distanza estetica siderale rispetto alle sequenze perfettamente tensiogene del film di Slade. Ketai sembra voler dirigere più uno zombie-movie freddo e derivativo, piuttosto che un sequel. Questi vampiri losangelini non esprimono affatto l’onnipotenza nietzschiana di quelli caduti dai cieli dell’Alaska. Sono vampiri “cittadini”: giungono a compromessi, intessono improbabili contratti spionistici con poliziotti psicolabili, si perdono in giochini sadomaso con alcuni umani catturati lì per lì, e partecipano alle conferenze tenute da Stella, per poi farsi abbrustolire come cretinetti qualsiasi dalle lampade alogene che Stella accende sull’uditorio. Rispetto all’originale, questo sequel è dunque un’isipida messinscena che si limita a scimmiottare le interessanti intuizioni di Slade, buttando a mare pietosamente l’originalità di molti suoi spunti. L’ambientazione quasi sempre notturna e infossata all’interno di improbabili cunicoli fognari, non consente alla fotografia di Eric Maddison, né alle musiche di Andres Boulton di arricchire il prodotto di una pur minimale nota tecnica di merito. “30 Days of Night: Dark Days”: un prodotto puramente consumistico e pre-halloweeniano, del tutto superfluo e deludente. Regia: Ben Ketai Sceneggiatura: Steve Niles, Ben Ketai Fotografia: Eric Maddison Musica: Andres Boulton Cast: Mia Kirshner, Kiele Sanchez, Diora Baird, Harold Perrineau, Monique Ganderton, Rhys Coiro, Ben Cotton, Katie Keating, Troy Ruptash, James Pizzinato Nazione: USA Produzione: Stage 6 Films, RCR Capital Partners I, Ghost House Pictures Anno: 2010. 

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