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domenica 20 marzo 2011

World Invasion: Battle Los Angeles, di Jonathan Liebesman (2011)


Nella base militare Camp Pendleton, vicino Los Angeles, un gruppo di marines, capitanati dal Sergente Michael Nantz, è chiamato a rispondere immediatamente ad uno dei numerosi quanto improvvisi attacchi di nemici alieni, che da qualche ora è cominciato lungo la costa. Il Sergente Nantz e i suoi uomini intraprendono una feroce battaglia contro un nemico straniero, determinato ad impadronirsi delle riserve d'acqua e distruggere tutto ciò che incontra sul suo cammino.

Cominciamo innanzitutto col dire che il nuovo film di Jonathan Liebesman contiene bellissime sequenze d’azione bellica, come non ne vedevamo da “Salvate il soldato Ryan” (1998). Infatti “World Invasion: Battle L.A.” è a tutti gli effetti un “film di guerra” che a tratti strizza l’occhio all’azione in stile video-game, ma in modo solo leggermente evocativo, per poi dirigersi verso più alte radure poetiche, nelle quali lo script è completamente illuminato dalla luce tematica della “guerra dei mondi”, del conflitto, cioè, tra mondo umano e mondo alieno. Fino a circa mezz’ora di pellicola aleggia, è vero, anche il sentore della lezione di “Cloverfield” (2008), soprattutto nelle sequenze, molto realistiche, dei movimenti preparatori delle truppe nella base di Camp Pendleton: grande cura nei costumi e nell’allestimento, grande attenzione a un casting perfetto nel descrivere una popolazione umana di marines quale potrebbe essere quella di un qualsiasi battaglione inviato nella guerra in Iraq. Ma, aldilà di "Cloverfield", sono presenti qui  anche notevoli dosi di solidità e fermezza nel muovere la macchina da presa in situazione, facendo gradualmente ma velocemente crescere la tensione connessa al precipitare degli eventi bellici in cui sono coinvolti d’urgenza il Sergente Nantz (un Aaron Eckart che ci ricorderemo spesso dopo averlo visto qui in azione) e la sua squadra. Liebesman (nonostante le precedenti, discutibilissime prove di "Non aprite quella porta - L'inizio"-2006 e "Darkness Falls" - 2003),  segue il cast   con amore potremmo dire quasi materno, sia sottolineando ogni sfumatura del teso rapporto tra i soldati nelle pericolose azioni di guerra contro gli alieni robotici, sia fotografando uno scenario apocalittico attraverso modalità ostensivo-filmiche che disvelano piano piano la tragedia dell’invasione da parte degli alieni. Come in “Cloverfield”  il mostro ci viene mostrato non immediatamente, e solo attraverso gli occhi dei soldati, mentre insieme a loro siamo condotti all’interno di una Los Angeles messa a ferro e fuoco da nemici sconosciuti quanto aggressivi. Il dosaggio tra componente fantascientifica e narrazione bellica appare molto armonico e pensato già in sede di sceneggiatura, ma poi ancor più ben calibrato in sede di lavoro sul set, da un regista che sa costruire un film in modo sinfonico, sopvrapponendo stilemi e generi fino a generare una composizione che potremmo definire polisemica: partiamo infatti con una storia apparentemente banale nella quale siamo messi di fronte al solito tema dell’”invasione” aliena, per poi virare decisamente nel genere bellico puro, in stile “Salvate in Soldato Ryan”  appunto (gli extraterrestri sbarcano sulle coste, come gli stessi Americani nello sbarco in Normandia); piano piano la storia coinvolge dei civili, dei bambini, e arriva a toccare note di tragica malinconia attraverso le quali il film si eleva verso un pathos molto vibrante, senza tuttavia mai distanziarsi dal tema fantascientifico di base. E’ per questo che parlo di uno “stile sinfonico”, reso ulteriormente intenso, peraltro, da una colonna sonora (di Brian Tyler) addirittura wagneriana in alcuni spunti sospensivi e ricorsivi, e assai pertinente e calzante rispetto al percorso visivo. Quando ci troviamo di fronte alla capacità di gestire del materiale così difficile, proprio perchè mitopoieticamente molto sedimentato, usato ed abusato,  da parte di un regista che sa, non solo "riciclare" i temi che affronta, ma anche proporre un suo personale visioning, una sua interpretazione originale di un filone estetico-filmico così particolare, non possiamo che provare un senso di sollievo e di speranza, nonchè di gratitudine umana verso un artista e verso il suo lavoro. E' questo il caso di Jonathan Liebesman, che con il suo "World Invasion: Battle Los Angeles", integra con delicata maestria ingredienti diversi, producendo un piatto dal sapore unico ma che simultaneamente rimanda ad altri sapori, pur mantenendo una sua identità ed un suo gusto differenziato e gradevole. Oltre a ciò il regista non perde mai di vista la funzione di intrattenimento, che rimane centrale in questo genere di film, regalandoci alcune interessanti variazioni meccanico-biologiche della figura dell'alieno, inquietante per la sua freddezza e determinazione omicida, e in forte contrasto con lo spessore umano dei soldati e del resto del cast. "World Invasion: Battle L.A.": decisamente consigliato.  REGIA: Jonathan Liebesman SCENEGGIATURA: Christopher bertolini Cast: Michelle Rodriguez, Aaron Eckhart, Bridget Moynahan, Lucas Till, Joey King, Jim Parrack, Michael Peña, Taylor Handley, Ramon Rodriguez, Noel Fisher,Cory Hardrict, Taryn Southern, Ne-Yo, Michelle Pierce, Beau Brasso, Susie Abromeit, Jadin Gould, Brandi Coleman, Will Rothhaar, Keith Middlebrook FOTOGRAFIA: Lukas Ettlin MONTAGGIO: ChristianWagnerMUSICHE: BrianTylerPRODUZIONE: ColumbiaPictures, Relativity Media, OriginalFilm DISTRIBUZIONE: Sony Pictures Releasing NAZIONE: USA 2011 GENERE: Azione, Fantascienza Durata: 110 min.


14 commenti:

  1. Ma dai?! Giuro con tutto il cuore che non avrei scommesso mezza tacca su quest'opera. Non ti faccio più i complimenti per la recensione che rischio di diventare patetico... ;-)
    Me lo recupero e me lo guardo con grande gusto vista la mia passione per la sf. Grazie ancora.

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  2. Non so che dirti, caro Eddy, magari sto invecchiando e le scene di combattimento mi commuovono, in ogni caso a me questo film è piaciuto, proprio per le modalità filmate dell'azione. Poi è molto dinamico, ritmico (a parte il primo quarto d'ora, che però scorre via abbastanza liscio). Ma la cosa che mi è piaciuta di più è proprio l'intreccio molto curioso tra film di guerra e sf. Comunque vedilo, poi ne discutiamo. Magari tu lo trovi terribile, che ne so :)

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  3. dal trailer mi sembra o una possibile rivelazione come district 9 e cloverfield (anche se ormai cominciano a essere un po' troppo imitati), o una possibile ciofeca alla skyline..
    comunque vedrò di dargli una possibilità

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  4. @ Marco: no, davvero con "Skyline" non ha niente a che fare, assolutamente. Tutt'un'altra cosa (per fortuna).

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  5. Non ho capito ancora se è horror o meno, comunque ho voglia lo stesso di vederlo per l'intensità delle scene di guerra: è da un bel po' che non mi emoziono vedendone uno ;)

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  6. @ Antonio: non possiamo certamente definirlo "horror", sebbene alcune sequenze siano piuttosto ansiogene (memorabile quella in cui l'alieno robotico compare improvvisamente sul bordo della piscina prendendo di sprovvista un marine). Poi il sangue scorre in dosi giuste, e le scene di battaglia sono proprio emozionanti. Secondo me ti piacerà :)

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  7. E' senza dubbio consolatorio non spartire il male tra uomo ed alieno.
    Per tal ragione reputo la scena finale di Blade Runner - Film che non mi è affatto piaciuto - Quasi inarrivabile per poesia e senso di responsabilità.

    Cristian

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  8. @ Cristian: leggo anche da te, come su altri blog che frequento, un parere negativo su "Blade Runner" (a parte, sembrerebbe, la memorabile sequenza finale), parere che non capisco, ma che rispetto. P.S. Tra breve posto una rece su CineGuardRail :)

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  9. Angelo:

    Ho scorso quei blogs e mai mi sognerei d' aggettivare "Blade Runner" Come sopravvalutato, anzi, l' indicherei alla voce imperdibili.
    E' che - Credo - Si viva in tempi che non lasciano spazio alla lentezza, fagocitanti, tempi che hanno cambiato la percezione del tempo ed inculcato - Se ne sia o meno consapevoli - La tranquilla e cara lentezza.
    Che se ci pensiamo, è l' era dell' emozioni forti, delle dipendenze, della tecnologia, del mordi e fuggi.
    All' interno del cerebro, qualcosa è cambiato.
    Punto di vista.

    Cristian

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  10. @ Cristian: come al solito concordo. Siamo ormai in presenza di mutazioni antropologiche complesse quanto imperscrutabili...

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  11. Angelo:

    Concordiamo, certo.
    Ma...La marcia del cambio?

    Se trovo il modo, spedisco missiva.

    Ciao : )


    Cristian

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  12. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  13. Scene di battaglia noiose, film abbastanza banale. Salvo solo il mestiere di Eckhart.

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  14. Sono riuscito a vederlo dopo tanto tempo. Concordo in pieno con te per la parte di guerra che è splendidamente rappresentata. Non concordo sul fatto che sia poco nazinalista. ci sono troppe cose che lo spingono fortemente verso l'"americanata" tipo la proposizione a memoria dei soldati di nantz... troppo pacchiana. Se poi togliamo le quattro inquadrature fantascientifiche rimane gran poco di quello che mi piace... Per me una delusione al 30%.

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