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domenica 20 novembre 2016

The Monster, di Bryan Bertino (2016)


Kathy e Lizzy, madre e figlia, si trovano in panne su una strada sperduta in mezzo a un bosco durante una notte di pioggia. Il rapporto tra le due non è idilliaco ed è giunto il momento per Lizzy, di trasferirsi dal padre. Le due protagoniste non possono tuttavia sapere che nella fitta boscaglia si nasconde una creatura crudele assetata di sangue...

Lo scarso tempo che ormai mi rimane per scrivere recensioni, risucchiato dai più vari impegni lavorativi, mi induce a visionare film che mi vengono perlopiù segnalati da amici blogger bravissimi e sensibilissimi rispetto alla materia che trattiamo qui, ad esempio la sempre ottima Lucia Patrizi oppure da altri che non cito altrimenti dovrei occupare lo spazio di metà recensione con i link dei loro blog (ma potete vederli tutti in fila nel blog scroll qui accanto). 

Veniamo dunque a quest'ultimo film di Bryan Bertino, autore acclamato (giustamente) di "The Strangers" (2008), home invasion movie ormai quasi cult del medesimo sottogenere, e opera prima di un Bertino che si era fin lì sempre e solo occupato del comparto luci su vari sets cinematografici. Direi che "The Monster" è da considerarsi la sua opera (per il momento) più matura, poiché possiede tonalità liriche di notevole spessore. La scrittura filmica mi ha fatto venire in mente, quasi immediatamente "La strada" di Cormac McCarthy(e credo che questa associazione, sebbene proveniente dal mio umile preconscio, non sia un caso), con la differenza che nel film ci viene raccontato il dolentissimo viaggio umano e reale di una madre e di una figlia la cui relazione problematica è narrata da Bertino con una finezza psicologica secondo me senza uguali. 

Si tratta di una relazione fondata sull'odio reciproco, e già questo non è poco. Si tratta di una relazione profondamente disfunzionale, che cattura subito la nostra attenzione molto più -è utile dirlo- del monstrum da cui viene il titolo del film. Questo aspetto a me pare il fulcro estetico di tutto questo film, che è, alla fine, più un bellissimo, toccante, dramma psicologico che descrive il rapporto mortifero tra una giovane madre, e una figlia (una bambina di circa 11,12 anni), che un film perturbante a causa del mostro di turno. Certo, la Creatura ha un suo ruolo ben centrale, all'interno dello script. Tuttavia il vero mostro è questo intreccio affettivo tra una giovane Ella Ballentine, che interpreta Lizzy (bravissima e da applauso a scena aperta per tutto il corso del minutaggio) e una altrettanto giovane, impreparata, dall'emotività borderline Zoe Kazan (intensa, arrabbiata, odiosa al punto giusto), nei panni di Kathy, la madre. Il vero mostro viene costruito da Bertino attraverso un'architettura narrativo-filmica che utilizza il flashback come metodo appropriato per mostrarci la "verità" circa la relazione tra le due "piccole donne": flashbacks che lentamente, ma inesorabilmente ci conducono verso un inchiostro nero depressivo, smontando tutte le nostre speranze di riscatto e di catarsi, avvolgendoci in un clima sempre più plumbeo che è accompagnato in modo ottimo da una colonna sonora orchestrata mediante beats secchi, martellanti. L'ambientazione tra boschi immersi in una pioggia che è simbolicamente rappresentazione di un legame simbiotico mortifero tra le due protagoniste, è indicatissima, soprattutto quando viene mostrata dal regista con alcuni tocchi molto poetici di inquadrature fisse e scure che riprendono foglie verdi gocciolanti oppure il pietrisco bagnato, oppure la portiera del pick up che gronda acqua, e ancora acqua. Sempre e solo acqua.

Dicevamo che non è tuttavia secondaria la figura del mostro. Ma anche qui Bertino innova considerevolmente il genere perturbante, poichè il mostro è radicalmente eccentrico, come dicevo più sopra, rispetto al ruolo delle due donne, che certamente devono lottare contro di lui, ma la vera lotta, potremmo dire, è già avvenuta quando Lizzy era nella pancia di sua madre: è certamente una bambina nata da un agito sessuale della madre, un errore di gioventù, considerato quanto Kathy è giovane per come la vediamo nel film. Inoltre Lizzy è una bambina maltrattata (la sequenza dello schiaffo che Kathy infligge a Lizzy è per noi molto più angosciante di molto inutile, torture porn che possiamo vedere ovunque). La bambina ha un "padre" che scorgiamo per pochi secondi durante una sequenza drammaticissima nella quale ci domandiamo come abbia potuto resistere emotivamente fino a quel momento in un ambiente così degradato sul piano psicologico. In questo senso dico che per Lizzy la "lotta contro il mostro" è cominciata molto, molto prima di incontrarlo sulla strada (in stile McCarthy) che percorre in automobile con la madre. Il mostro di Bertino è una sorta, quindi, di concretizzazione perturbante di molto, molto altro, un pò come il Babadook di Jennifer Kent. 

Certo, il finale appare un pò stiracchiato e poco credibile, soprattutto dopo che il regista ha costruito una psicologia del personaggio di Lizzy così venata da aspetti deprivativi sul piano affettivo che sono molto realistici. La sequenza della bomboletta spray assume qui la funzione di una sorta di "deus ex machina", che probabilmente in fase di sceneggiatura non deve aver molto convinto nemmeno lo stesso Bertino (che firma appunto anche lo script). Ma è pur vero che a Bertino non interessa l'azione in quanto tale, ma il pathos che riesce a far crescere di minuto in minuto, e in questo è un vero maestro. 

Film di grande profondità e levatura etica, "The Monster" si fa testimone di un degrado relazionale che vede i minori sempre meno tutelati e "accompagnati" da caregivers che appaiono invece sempre più carenziati sul piano affettivo e cognitivo (non solo negli Stati Uniti naturalmente, ma anche in Italia, e anche nel ricco Nord Italia, dove, ahimè lavoro da anni proprio occupandomi di situazioni familiari altamente disfunzionali...). "The Monster" è in sintesi un film che consiglio assolutamente di vedere.

Regia: Bryan Bertino Soggetto e Sceneggiatura: Bryan Bertino Cast: Zoe Kazan, Ella Ballentine, Scott Speedman, Aaron Douglas, Christine Ebadi, Chris Webb, Marc Hickox Nazione: USA Produzione: Atlas Independent, Unbroken Pictures Durata: 1h e 31 min. 

2 commenti:

  1. Caspita, cinema e psicoanalisi. Due mondi che in effetti possono coesistere. Per quanto mi riguarda (come ho anche scritto nel mio davvero brutto blog) questo film è una clamorosa occasione mancata. Tu ci hai visto anche una qualche associazione con McCarthy, io purtroppo non vi ho visto nulla. Tuttavia lo spunto è suggestivo e come, giustamente scrivi tu, "Si tratta di una relazione fondata sull'odio reciproco" e come evidenzi ulteriormente, il vero mostro del film è quello affettivo. Insomma, The Monster ha quindi tutte le carte in regola per essere un film molto, molto positivo nel negativo. Ma, ribadisco, per me non funziona quasi nulla in questo film, e non solo il finale buttato lì. Non funziona perché rimane arroccato nel citazionismo, prende una sequenza (notevole) di Jurassic Park e la gonfia per quasi tutto il film. Non è mai veramente introspettivo e le, pur riuscite, sequenze in flashback, non riescono a dare al film quel carattere che si meriterebbe. Idea piccola, non molto originale, ma comunque carica di significati. Idea che poi viene sciupata sempre più durante l'intreccio. Peccato.

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  2. @ Aldo Magro: davvero grazie per il tuo commento, che coglie prospettive del film diverse dalle mie. Nella recensione non ho detto che è tutto una meraviglia, e che il finale è malfatto è buttato lí, come tu giustamente dici. Tuttavia l'uso "eccentrico" del mostro, mi é sembrata l'idea più originale e innovativa di tutto il film. Per questo, in sintesi, l'ho consigliato. A presto.

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